l'autobrennero

A22, l’Ue mette a rischio la concessione

Bruxelles apre una pre-procedura di infrazione sulla norma contenuta nel decreto «Sblocca Italia»



TRENTO. L'Italia rischia una procedura di infrazione Ue per la norma sulle concessioni autostradali contenuta nel decreto Sblocca Italia, e così anche il rinnovo della concessione dell’A22 rischia di subire un brusco stop.

Bruxelles ha infatti aperto la pre-procedura di infrazione Eu-Pilot, chiedendo alle autorità italiane di fornire approfondimenti su determinate questioni per decidere l'esito della procedura. La norma, che prevede la possibilità per i concessionari autostradali di proporre la modifica dei rapporti concessori esistenti sulla base di nuovi piani economico-finanziari, è già finita nei giorni scorsi nel mirino dell'Autorità dei trasporti e dell'Antitrust.

L'Authority di regolazione del settore ha paventato il rischio di «un ritorno a procedure del passato incentrate sulla determinazione in via amministrativa di canoni, pedaggi e tariffe di accesso alle infrastrutture di trasporto». Mentre l'Antitrust ha sollevato dubbi di anticoncorrenzialità. Ora Bruxelles, in una comunicazione inviata il 17 ottobre alle autorità italiane dalla Dg Mercato interno e servizi, osserva che la misura sembra consentire la realizzazione di «significative modifiche» ai contratti di concessione esistenti riguardanti, in particolare, lavori nell'ambito del rapporto concessorio e livello delle tariffe.

Inoltre, avverte la Commissione, da notizie di stampa risulta che le modifiche «potrebbero consistere in proroghe significative della durata di concessioni esistenti», proprio come nel caso dell’Autobrennero. Misure che rischiano di violare la legislazione comunitaria in materia di appalti pubblici. La direttiva Ue su questo, infatti, consente lavori complementari non previsti nella concessione in essere «solo quando divenuti necessari, a seguito di una circostanza imprevista, per l'esecuzione dell'opera prevista», con specifiche condizioni. Inoltre, in base ad una sentenza della Corte di giustizia, se le modifiche ad un contratto pubblico in corso hanno «caratteristiche sostanzialmente diverse» dal contratto iniziale, costituiscono una nuova aggiudicazione.

Ora l'Europa chiede una serie di chiarimenti sugli effetti dell'entrata in vigore della norma, i casi cui verrà applicata in concreto, e su come le autorità intendano garantire la compatibilità con il diritto europeo.













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