La storia

A Cavizzana il «rudere» trasformato in locale-gioiello dove i cellulari sono off limits

La storia di Fabrizio Franceschi e della moglie Lina: la fatica e la qualità prima di tutto


Carlo Bridi


CAVIZZANA. Nelle nostre valli, cercando bene, si trovano ancora degli innamorati della propria terra e dei propri prodotti che non vogliono sentir parlare di modernizzazione, di social media, di telefonini, ma puntano tutte le loro professionalità sulla valorizzazione dei prodotti locali con grande attenzione alla tradizione. Ma non solo, abbiamo persone che hanno il coraggio di investire i propri risparmi per creare delle strutture di ospitalità nel rispetto della tradizione architettonica locale.

È questo il caso anche di Fabrizio Franceschi, nativo di Fiavé che per amore della sua Lina ha lasciato la sua valle e si è trasferito in valle di Sole, in uno dei paesi più fuori mano perché fuori del grande flusso turistico, in quanto per andare a Cavizzana bisogna scendere a valle attraversare il Noce là dove c’è il regno del rafting e salire pochi km sulle pendici del Monte Peller.

Ebbene, proprio qui Fabrizio e la moglie Lina, 24 anni orsono hanno acquistato una vecchia casa, ormai un rudere, e con tanta pazienza a determinazione hanno superato le pastoie della burocrazia ed hanno realizzato un gioiello di locale con ristorante ed una decina di posti letto.

Come detto siamo nel regno del rafting per cui ogni fine settimana il locale si riempie degli appassionati di questo sport estremo.

Ma la cosa che più colpisce oltre ad un’accoglienza di quelle di una volta fatta dalla signora Lina, che invita spegnere i cellulari appena entrati, è la grande passione del marito nella produzione e valorizzazione dei prodotti della zona.

Ecco allora che viene valorizzato il salame misto come da tradizione della Vallagarina, e del Basso Sarca con carne di asino o di cavallo che viene aggiunta a quella di maiale creando un salame molto più digeribile.

Ma tutte le lavorazioni della carne sono un’arte che si sta perdendo. «Ho avuto la fortuna», racconta Fabrizio con quelle su battute sagaci e simpatiche ed una lunga barba ben curata, «di imparare l’arte in famiglia, una famiglia di ristoratori, e poi lavorando nei migliori ristoranti di Madonna di Campiglio».

Ma la sua arte nel valorizzare i vari tipi di carne, lo hanno portato a trasformare tutte le parti migliori degli asini che alleva assieme a cavalli e maiali, in bresaola, con diversi tipi di concia e di conseguenza di sapori. «Le migliori carni di maiale sono sicuramente quelle delle scrofe, io ora ne ho una di oltre 300 chili che mi ha già dato dei maialini, ma che quando sarà il momento andrò a macellare nei macellai autorizzati per trasformare poi tutte le varie parti in una serie di prodotti che servono per fare degli antipasti eccezionali: dalla bresaola, al salame misto alle luganeghe e così via. 

In quella parte dell’azienda agricola vicino a casa vengono ancora coltivati gli ortaggi che sono alla base della confezione dei tortellini alle verdure eccezionali e molto leggeri. Il rimanente dell’azienda ora è in mano al figlio Saverio che ora sta monticando il bestiame.

Fabrizio fino a pochi anni fa produceva anche il formaggio con il proprio latte ma poi le cose si sono complicate per cui ha optato per l’acquisto solamente dei formaggi di malga. Quelli di Malga Tassulla, nel gruppo del Brenta, sono i migliori formaggi di malga afferma. In questo modo assicura che tutti i prodotti che non possono essere a km zero, sono di alta qualità delle nostre malghe. In conclusione possiamo dire che alta professionalità, grande passione e alta qualità dei prodotti usati danno ai piatti che vengono serviti una qualità eccellente ed un valore aggiunto particolare.













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