Il Festival 

Sassolungo, “Transart” celebra la prima salita

Bolzano. Una stupenda farfalla dalle grandi ali blu è il simbolo di Transart 2019, che aprirà i battenti l’11 settembre per chiudere il 28. Il cartellone della nuova edizione è stato presentato alla...



Bolzano. Una stupenda farfalla dalle grandi ali blu è il simbolo di Transart 2019, che aprirà i battenti l’11 settembre per chiudere il 28. Il cartellone della nuova edizione è stato presentato alla stampa ieri, nella bellissima terrazza di Sportler. Come il solito Transart porta in Alto Adige performance curiose a cui nessuno ha mai assistito, musiche mai sentite, cose mai viste. Quest’anno Transart avrà una sorta di pre-opening il 27 luglio in Val Gardena. «È un modo per legare ancora di più la manifestazione al territorio – ha detto ieri Peter Paul Kainrath, carismatico direttore della rassegna di arte contemporanea – Diamo spazio agli artisti di tutto il mondo, ma anche ai nostri artisti locali». E quando si parla di arte, non si può non parlare della Val Gardena. Quel giorno, il 27 luglio appunto, accanto al Sasso Lungo, in mezzo del suggestivo anfiteatro roccioso tra il Vallone ed il Rifugio Vicenza, ad un’altitudine di 2500 metri, avrà luogo Sassmujel, una particolare performance che unisce arte, musica e danza, per celebrare il 150° anniversario della prima scalata del Sassolungo: l’arte è quella di Hubert Kostner, la musica di Eduard Demetz e la danza di Anastasia Kostner. Tre gardenesi doc. Il Sassolungo fu scalato per la prima volta il 13 agosto 1869 e fu un evento assolutamente sensazionale, perché prima di allora nessuno aveva avuto il coraggio di farlo. L’alpinista austriaco Paul Grohmann, accompagnato da due guide gardenesi, riuscì a conquistare la vetta del picco considerato fino a quel momento inespugnabile. Un sasso di modeste proporzioni, che si erge solitario sopra il sentiero escursionistico, si trasforma per opera dell’artista Hubert Kostner, che lo avvolge interamente con quasi 8000 metri di corda da arrampicata, rivestendo la superficie nuda e dura di una seconda pelle più morbida, da cui il nome: Sasmujel. Così questo solitario sperone roccioso si trasformerà in un’opera d’arte, un punto di colore visibile nel circo glaciale del Sassolungo per tutto l’inverno, per poi tornare all’aspetto originario. Ai piedi di questa particolare istallazione il 27 luglio alle ore 13.00 il compositore Eduard Demetz disporrà venti strumentisti a fiato esplorando acusticamente l’ampiezza insondabile del paesaggio alpino. D.M.













Scuola & Ricerca

In primo piano