Mart, tra foto rielaborate e videoperformance 

Rovereto. Il Premio Vaf è andato a “Sotto tiro” dell’artista agrigentina Silvia Giambrone Menzione anche per il trentino Michele Parisi per l’intreccio di storia e memoria


MARIA VIVEROS


Rovereto. Un puntino rosso, la luce di un mirino che continua a muoversi sul busto e sul volto di una donna. Gioco o presenza minacciosa, lei ne cerca la fonte, preoccupandosi, innervosendosi, sorprendendosi o divertendosi. Una successione di espressioni del volto che rendono visibili mille sfumature di emozioni, dalla paura alla rassegnazione, alla resa davanti a un pericolo con cui si finisce per imparare a convivere. Il tutto in 5 minuti e 2 secondi. Tanto dura “Sotto tiro”, la video-performance di Silvia Giambrone che venerdì si è aggiudicata il premio di quindicimila euro dell’VIII edizione del Premio Artistico 2019 della Fondazione VAF, riservato ad artisti italiani under 40, che, presentato venerdì al Mart di Rovereto, le è stato assegnato da una giuria composta dal fondatore della VAF, Volker Feierabend, dal Presidente Klaus Wolbert, da Daniela Ferrari, responsabile per il Mart della Collezione VAF, e da Lorand Hegyi, Silvia Hoeller e Marion Piffer Damiani. La stessa Fondazione, inoltre, acquisterà una delle opere della Giambrone che entrerà nella Collezione VAF, ricca di oltre duemila opere italiane del XX e del XXI secolo in deposito a lungo termine al Mart, e diverrà così parte di uno dei patrimoni museali più conosciuti al mondo.

Nata ad Agrigento nel 1981, Silvia Giambrone utilizza diversi linguaggi (performance, installazioni, scultura, video e suono) per opere contrassegnate da una cifra tematica che, come afferma lei stessa, “indaga la dimensione politica dell’intimità, poichè essa è il terreno in cui si radicano le forze più misteriose di ognuno”.

Menzioni di riconoscimento per l’alto valore artistico delle opere esposte, oltre a un premio di cinquemila euro, sono andati al siciliano Emanuele Giuffrida, per la realtà evocativa della sua intensa pittura, e al trentino Michele Parisi, per l’intreccio di storia e memoria degli evanescenti paesaggi e ambienti che carpisce con la fotografia e poi rielabora a olio. I tre premiati, insieme agli altri finalisti (Nico Angiuli, Davide Balossi, Giulia Berra, Martina Brugnara, Nina Carini, Federica Di Carlo, Andrea Fontanari, Giovanni Gasparro, J&Peg, Dario Maglionico, Domenico Antonio Mancini, Susanna Pozzoli, Tania Brassesco & Lazlo Passi Norberto), sono stati selezionati da un apposito comitato scientifico che, agendo al di fuori di ogni suggestione di mercato, dopo un lungo processo di selezione che ha analizzato il lavoro creativo di artisti di tutta Italia, ha puntato esclusivamente sulla singolarità della loro produzione, sulla forza delle rispettive personalità nel trasmettere passioni e messaggi diversi attraverso tecniche e modus operandi fuori dal mainstream.

Costante del Premio, che viene assegnato con cadenza biennale, è offrire ai giovani artisti selezionati la possibilità di esporre le proprie opere in una prestigiosa sede istituzionale italiana e di farsi conoscere anche al di là delle Alpi. Le opere dei sedici finalisti da ieri sono, infatti, in mostra al Mart fino al 12 maggio, in una sezione legata a uno dei percorsi articolati attorno a “Passione. 12 progetti per l’arte italiana”, serie di eventi espositivi di indagine sull’arte contemporanea curati da Mart e Fondazione VAF. Da giugno, poi, approderanno alla Stadtgalerie di Kiel. Ponte fra Italia e Germania, questo Premio, istituito per volontà del fondatore della VAF-Stiftung col fine di promuovere la giovane arte italiana, rappresenta uno dei principali impegni della Fondazione in un’illuminata attività di mecenatismo. Occasione per dimostrare, a chi lamenta un panorama dell’arte contemporanea italiana poco o per nulla competitivo nei confronti di quello degli altri Paesi occidentali, la vitalità di queste giovani voci che risiede in un ricco e consapevole pensiero, motore della loro creatività. «Il lavoro degli artisti italiani - dice, infatti, Klaus Wolbert, presidente esecutivo della Fondazione VAF - è di alto livello proprio perché basato sulla riflessione. Rispetto agli artisti tedeschi, più emozionali e informali, gli italiani sono più intellettuali, precisi e concettuali, capaci di esprimere grande sensibilità e finezza poetica».













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