RETROSPETTIVA 

Le gaffe di Fugatti e le crociate di Cia 

Il teatro al tempo di Bernardi e le frizioni con la politica


di Mauro Fattor


TRENTO. Le norme. Le maledette norme applicate con burocratica spietatezza. Qualcuno ieri adombrava l’ipotesi che Marco Bernardi fosse una delle prime vittime del nuovo corso leghista. Un epurato, insomma. Ma non è vero. Il fatto che al suo nome sia legata una delle più clamorose gaffe dell’allora consigliere provinciale Maurizio Fugatti, è irrilevante. Correva l’anno 2015 e Fugatti, noto per la massiccia produzione di interrogazioni, allietò le cronache locali e persino nazionali con un grottesco malinteso. Dopo l’approdo di Bernardi al Santa Chiara in qualità di consulente per la prosa, Fugatti presentò immediatamente un’interrogazione (n.1321 del 18 febbraio 2015, protocollo 3033) chiedendosi come mai e a quale titolo un importante regista, di rango nazionale, decidesse di stravolgere la sua vita dedicandosi ad una consulenza ospedaliera. Testuale: «Ci pare doveroso presentare tale atto ispettivo, visto che parrebbe alquanto strano che un direttore artistico venga rivestito di una consulenza all’interno dell’ambito sanitario». Evidentemente l’allora giovane consigliere leghista non aveva mai sentito parlare del Centro Culturale Santa Chiara, confondendolo con l’omonima struttura ospedaliera. Ma tant’è. Acqua passata. A modo suo una gaffe anche simpatica. Innocua. Non è certo per questo che Bernardi oggi lascia il Trentino. E non può essere neppure il fatto, trascurabile, addirittura irrilevante, che nel marzo 2016 la programmazione del Santa Chiara (sempre il Centro, non l’ospedale, meglio essere chiari) fosse stata aspramente contestata per la messa in scena di “Sul concetto del volto del figlio di Dio” di Romeo Castellucci. Pièce ritenuta blasfema dall’ala destra politica e religiosa dello schieramento trentino con in prima fila il consigliere provinciale di Civica Trentina, Claudio Cia, e il consigliere leghista roveretano Villiam Angeli. Cia chiedeva quali contributi avesse percepito negli ultimi 5 anni il Santa Chiara a guida Bernardi e “quali siano i parametri che hanno indotto il Santa Chiara a organizzare un evento osceno”. E ancora: “Mentre l’Islam mette in discussione i valori che ci sono propri, noi promuoviamo senza esitazione il folle lavoro di decostruzione della nostra identità, gettando merda su Cristo”. Superfluo ricordare che oggi Cia con “Agire” fa parte della coalizione di giunta con la Lega e siede alla presidenza della quarta commissione consiliare. Ma pensare che questo possa avere qualcosa a che fare l’addio di Bernardi, sarebbe un’infamia. Chissà cosa pensa di tutto questo pasticcio Dj-Ago, alias Agostino Carollo, uno che se ne intende, grande amico di Cia, e che a sua volta qualche problemino con Nardelli e il Santa Chiara ce l’ha avuto. Oppure cosa pensa l’assessore leghista alla Cultura Mirko Bisesti, amicone di Dj-Ago e alleato di Cia. Una catena di amicizie, conoscenze che, anche volendo, nulla potrebbe contro il rigore cieco della norma. Che non chiede tessere. Che non guarda in faccia a nessuno. Dura lex, sed lex. E così, e che le malelingue se ne facciano una ragione.













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