ESPOSIZIONI»QUANDO LO SCATTO È ARTE

Lui è ampezzano, orgogliosamente (come tutti coloro che lo sono...) ampezzano. Del resto con quel cognome non potrebbe nasconderlo, dato che è uno di quelli, una manciata, che sono sinonimo d’Ampezzo,...


di Alessio Pompanin


Lui è ampezzano, orgogliosamente (come tutti coloro che lo sono...) ampezzano. Del resto con quel cognome non potrebbe nasconderlo, dato che è uno di quelli, una manciata, che sono sinonimo d’Ampezzo, come dire Brambilla in Brianza o Esposito nel Napoletano, insomma. Orgogliosamente ampezzano ma come pochi cittadino del mondo, che però tra un viaggio intercontinentale e l’altro ritorna nel suo mondo montano, con un debole per le nostre (e sue) Dolomiti. Lui è Stefano Zardini, fotografo per dinastia, di quelli che ti fanno davvero capire cosa vuol dire foto artistica. Alle spalle, in conseguenza dei suoi scatti e dei suoi reportage fotografici (non solo artistici) in giro per il mondo, ha diversi libri, moltissime esposizioni (spesso anche nella nostra regione) e una galleria espositiva, ovviamente nella sua Cortina d’Ampezzo. E in questo inizio di 2019 Stefano Zardini ci coinvolge, e merita un focus, perchè protagonista di un tris di esposizioni che toccano il mondo delle montagne, dunque anche il nostro, e in un caso particolare le nostre Dolomiti. In uno degli altri due casi, poi, il tema è la neve e dunque come territorio ne siamo ancora coinvolti in pieno. E sono due esposizioni per noi dietro l’angolo.

Ecco, la neve, partiamo da lei, che dovrebbe essere la regola nella nostra area in questo periodo e infatti lo è ma solo per gentile intercessione dei sistemi di innevamento artificiale. La neve è la protagonista dei 20 scatti di «Snow Land», esposizione allestita fino al 22 aprile presso la Ikonos Art Gallery (quella di Zardini) in via del Mercato a Cortina d’Ampezzo. Con la sua Nikon, Stefano Zardini coglie e propone aspetti inattesi, inconsueti ed emozionanti della coltre bianca, tra bellezza e silenzio ma anche “puntellata” di sciatori, quasi formiche. Tutto però mai in ottica consueta: passando attraverso l’obiettivo di Zardini, la neve si trasforma dando luogo a opere misteriose, affascinanti e sorprendenti, dando valore anche alla nostra capacità di osservarla.

Neve, montagna dunque. Dolomiti, nello specifico. Ed eccoci a un’esposizione doppiamente suggestiva, appena inaugurata, sabato scorso, il 5 gennaio, per rimanere allestita fino al 7 aprile. Qui si sale, in senso figurato (con gli scatti) e in senso fisico, per vedere la mostra. Che si intitola «Snow Art – Dolomiti romantiche» ed è allestita nel singolare spazio Lagazuoi Expo Dolomiti: una mostra collettiva a 2732 metri di altitudine, dedicata a tre fotografi, tra cui Zardini appunto, che presenta “La Negazione della disciplina della Ragione”. Un evento doppiamente suggestivo, questo, perchè “obbliga” a salire in quota, a viverle comunque, le nostre Dolomiti: Lagazuoi Expo Dolomiti è uno spazio espositivo unico, in cima al monte Lagazuoi, annessa alla stazione a monte della funivia omonima, a 2732 metri di altitudine ma facilmente raggiungibile in pochi minuti grazie, appunto, alla funivia Lagazuoi in partenza dal Passo Falzarego.

Infine terza esposizione, in trasferta oltre i confini nazionali, per Stefano Zadrini, ma sempre in montagna: Svizzera, Engadina. La mostra, anche questa dal titolo «Snow Land», è stata inaugurata il 30 dicembre scorso al Talvo, una delle più antiche case di Champfèr. A pochi chilometri da Saint Moritz, nella splendida cornice dell’Engadina, nel Canton Grigioni, la nota galleria Petra Gut Contemporary di Zurigo presenta una mostra interamente dedicata a Stefano Zardini. Fino al 30 giugno gli ospiti di Talvo potranno ammirare 20 opere del fotografo ampezzano selezionate dalle mostre più recenti dell’autore. Che, proprio all’ultimo dell’anno, ha avuto un notevole riscontro. Per festeggiare l’arrivo del nuovo anno, infatti, uno dei più noti industriali svizzeri ha scelto e riservato in esclusiva per i suoi ospiti, una ristretta cerchia di amici imprenditori tra cui collezionisti e appassionati d’arte, il Talvo, per passare la fine dell’anno tra le fotografie delle valli dell’Engadina e dell’Ampezzo, realizzate da Stefano Zardini. Particolarmente apprezzata, e costantemente osservata, è stata la foto “Engadin marathon”, per la quale il fotografo - artista ampezzano ha realizzato una cosìddetta “compressione temporale” da circa 50 scatti, racchiudendo, in un’unica immagine, 3200 maratoneti.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano

L’ultimo saluto

A Miola di Piné l’addio commosso a don Vittorio Cristelli

Una folla al funerale del prete giornalista che ha segnato un’epoca con la sua direzione di “Vita Trentina”. Il vescovo Tisi: «Non sempre la Chiesa ha saputo cogliere le sue provocazioni»

IL LUTTO. Addio a don Cristelli: il prete “militante”
I GIORNALISTI. Vita trentina: «Fede granitica e passione per l'uomo, soprattutto per gli ultimi»
IL SINDACO. Ianeselli: «Giornalista dalla schiena dritta, amico dei poveri e degli ultimi»