Al Melotti “La Scortecata” firmata da Emma Dante 

Rovereto. Oggi all’ Auditorium il penultimo appuntamento della rassegna “Altre Tendenze” La regista siciliana mette in scena un racconto tratto da “Lo cunto de li cunti” di Basile


Katja Casagranda


Trento. Per il penultimo appuntamento della rassegna “Altre Tendenze”, arriva in un lavoro che parla della paura di invecchiare. Parliamo dello spettacolo della regista Emma Dante “La scortecata”.

L’appuntamento che si inserisce nel cartellone Altre tendenze, rassegna di prosa organizzata dal Centro Servizi Culturali Santa Chiara di Trento con la consulenza di Marco Bernardi, è questa sera, 16 aprile, alle ore 21 in scena all’ Auditorium Fausto Melotti di Rovereto. “La scortecata” della regista siciliana Emma Dante è un’opera liberamente tratta da Lo cunto de li cunti overo lo trattenimiento de peccerille, raccolta di cinquanta fiabe raccontate in cinque giornate, in lingua napoletana, da Giambattista Basile.

Lo spettacolo, prodotto da Festival di Spoleto 60 e Teatro Biondo di Palermo - in collaborazione con Atto Unico / Compagnia Sud Costa Occidentale – è incentrato sul decimo racconto della raccolta, e descrive un mondo popolato da due vecchie brutte e sole che vogliono tornare giovani, da un re innamorato e ingannato e da fate pronte a fare incantesimi. Sul palco saliranno Carmine Maringola e Salvatore D’Onofrio. Attualmente ritenuta la più importante regista e creatrice del nostro Paese, Emma Dante torna con questo suo lavoro che sancisce un talento, che le ha fin qui permesso di raccogliere numerosi e prestigiosi riconoscimenti (quattro volte premio Ubu, Premio Scenario 2001, Premio “Gassman” nel 2004, premio “Le maschere” nel 2014, solo per citarne una parte) Lo spettacolo è, come si diceva, lo trattenimiento decemo de la iornata primma, racconto diventato ancor più noto dopo essere stato rappresentato anche da Matteo Garrone nel suo film del 2015 “Tale of Tales”. Prendendo spunto dalle fiabe popolari, Giambattista Basile crea un mondo affascinante e sofisticato partendo dal basso, animato da personaggi che, attraverso il dialetto napoletano, nutrito di espressioni gergali, proverbi e invettive popolari, producono modi e forme espressamente teatrali tra lazzi della commedia dell’arte e dialoghi shakespeariani.

Un mondo rintracciabile anche nell’opera scritta da Emma Dante. “La scortecata” narra la storia di un re che s’innamora della voce di una vecchia, che vive in una catapecchia insieme alla sorella più anziana di lei. Il re, gabbato dal dito che la vecchia gli mostra dal buco della serratura, la invita a dormire con lui. Ma dopo l’amplesso, accorgendosi di essere stato ingannato, la butta giù dalla finestra. La vecchia tuttavia non muore ma resta appesa ad un albero. Una fata che passava di lì le fa un incantesimo e, trasformatasi in una bellissima giovane, il re se la prende per moglie. “In una scena vuota, due uomini, a cui sono affidati i ruoli femminili come nella tradizione del teatro settecentesco, drammatizzano la fiaba incarnando le due vecchie e il re. – spiega Emma Dante nelle note di regia – Basteranno due seggiulelle per fare il vascio, una porta per fare entra ed esci dalla catapecchia e un castello in miniatura per evocare il sogno”. Ne scrive la critica “Non ci sono fate buone nel basso napoletano ove è ambientata la storia, ma solo la disperazione di chi non accetta il trascorrere del tempo”.

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