Levico piange Colombo fondatore dell’Adige Sys 

Pietro è scomparso a 84 anni nella sua Cantù dove nel 60 diede vita al Blm Group Creò nel 1993 l’azienda nella città termale che gli conferì la cittadinanza onoraria


di Marika Caumo


LEVICO TERME. La cittadina termale perde un suo cittadino, una persona stimata e apprezzata. Alla quale, ricambiata, ha voluto bene. È scomparso improvvisamente giovedì notte a Cantù in provincia di Como, Pietro Colombo, presidente di Blm Group. 84 anni, nato a Giussano (Milano) nel 1934, era ancora molto attivo tanto che fino all'ultimo giorno era al suo posto, al lavoro. Un imprenditore con la "I" maiuscola, che nel 1960 iniziò la propria carriera dando vita a Cantù al primo stabilimento di Blm, tra i primissimi gruppi in Italia nel settore delle macchine utensili e della meccatronica che, sotto la sua guida, ha saputo crescere diventando leader mondiale nel settore delle macchine e dei sistemi per la lavorazione del tubo.

Nelle sue aziende si realizzano macchine laser per il taglio dei tubi e delle lamiere. Gli stabilimenti del gruppo sono diversi, in Italia e all'estero, ed esattamente 25 anni fa, proprio il 1° dicembre 1993, Pietro Colombo ha fondato a Levico l’attuale Adige spa a cui nel 2000 si è affiancata Adige-sys. Le due aziende trentine del gruppo impiegano oggi 300 persone, a cui si aggiunge il grande indotto a livello provinciale. «Le tecnologie alla base dei prodotti di Adige e Adige-sys, nate a Levico anche a seguito di ingenti investimenti in ricerca, innovazione e personale di elevata professionalità, sono invidiate ed apprezzate in tutto il mondo», spiega Luca Arighi, direttore generale delle due aziende. Al fine di diffondere la conoscenza della presenza sul territorio, l’anno scorso il gruppo ha dato il proprio nome all’attuale Blm Group Arena di Trento.

La famiglia Colombo continuerà a guidare Blm Group: i due figli, Emanuela e Paolo, in azienda da sempre, avevano già assunto deleghe fondamentali: garantiscono il futuro del Gruppo, insieme a manager e personale che stava tanto a cuore al fondatore. «Chi ha vissuto con lui un tratto più o meno lungo, oggi ricorda soprattutto la personalità e i valori dell’uomo Pietro Colombo, inscindibili peraltro dalla sua vocazione di geniale capitano d’azienda, “unico e irripetibile” come hanno scritto i figli in un commosso messaggio ai dipendenti», ricorda Arighi. Dipendenti trentini che lunedì mattina saranno a Cantù, nella chiesa di San Teodoro per i funerali, tutte le aziende italiane del gruppo rimarranno chiuse in segno di lutto. Non mancherà nemmeno il Comune, che sarà presente con il proprio gonfalone.

Levico già quattro anni fa ha voluto esprimere concretamente la propria riconoscenza al fondatore Colombo, "dinamico imprenditore",conferendogli la cittadinanza onoraria. Era il consiglio comunale del 19 marzo 2014. Si legge: «Sostenitore della cultura per cui “lo sviluppo passa per la valorizzazione dei talenti”, il signor Colombo si è distinto nel settore dell’industria e del lavoro per l’intuito, l’intelligenza e la propositività che gli hanno permesso di individuare le esigenze di un mercato in continua evoluzione ed innovazione, facendo dell’investimento nella ricerca e nello sviluppo tecnico e tecnologico, il punto di forza di un’azienda leader mondiale nella produzione di macchine per la lavorazione dei tubi metallici e, in particolare, taglio con tecnologie laser. Azienda che costituisce una realtà significativa e consolidata per la zona ed in particolare per Levico Terme, stante il livello occupazionale garantito e le conseguenti ricadute positive di tipo economico e sociale. Un’azienda che in questi anni di crisi globale ha avuto il coraggio di investire ingenti capitali in Italia, in particolare a Levico Terme, garantendo in tal modo una positiva ricaduta in termini di crescita per tutta la comunità«. Non solo, Pietro Colombo era anche vigile del fuoco onorario di Levico.

«E' stato un vero pioniere in molte intuizioni che – solo alcuni decenni dopo – sono diventate patrimonio consolidato delle imprese di maggior valore», ricorda Arighi. In particolare la ferrea fiducia nel valore delle persone in azienda, qualunque attività esse svolgano; la centralità dell’etica del lavoro e dell’esempio; l’importanza della “scuola in azienda” e dei rapporti tra essa e gli istituti formativi; i grandi e continui investimenti in innovazione e ricerca; la necessità di crescere in una dimensione internazionale.













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