Le povertà emergenti hanno una “Mano Amica” 

Borgo, i progetti di Ama con Confraternita San Vincenzo e Caritas sostengono 113 famiglie con 1.704 pacchi alimentari e favoriscono l’inserimento lavorativo


di Marika Caumo


BORGO. Il progetto si chiama "Mano Amica". Ideato e proposto dall'associazione Ama (Accoglienza Mano Amica) di Borgo in collaborazione con Confraternita di San Vincenzo e Caritas Decanale, è stato finanziato dalla Fondazione Caritro sul bando relativo alle povertà emergenti. A parlarcene sono Loredana Ballon ed Enrico Segnana, rispettivamente presidente e segretario dell'associazione Ama.

Tra il 2016 ed il 2017, sempre grazie ad un bando della Fondazione Caritro, avevano portato a termine un altro progetto che aveva permesso l'inserimento lavorativo in campo sociale di una persona con problemi economici, la quale aveva potuto formarsi e acquisire le necessarie competenze per tornare sul mercato del lavoro.

Nel 2017 un nuovo bando, sulle povertà emergenti, ed un nuovo progetto promosso dalla rete costituita dalle tre associazioni valsuganotte che si è concretizzato nel periodo tra febbraio e giugno 2018. Un progetto dal costo di 9.900 euro, finanziato per 5.500 con contributo Caritro. «Questo progetto - che abbiamo chiamato Mano Amica - si è diviso in due parti. Da un lato ha permesso di fornire vitto ed alloggio ad una persona in grossa difficoltà economica e abitativa. Per quattro mesi, infatti, da marzo a giugno, abbiamo ospitato a Casa Ama un giovane che si trovava in una situazione critica», spiega la Ballon. Non solo accoglienza, nella povertà emergente oltre all'aspetto residenziale c'è anche quello alimentare. «L'altra parte del progetto ha visto l'acquisto di prodotti alimentari e per l'igiene, che vanno ad integrare il pacchetto di viveri che distribuiamo settimanalmente», prosegue Loredana Ballon.

Ama, San Vincenzo e Caritas Decanale dal 2008, infatti, si occupano della distribuzione dei pacchi alimentari per le famiglie bisognose: all'inizio lo si faceva nella sede di Ama, locali diventati ben presto troppo limitati per far fronte alle numerose richieste. Qualche anno dopo il trasferimento nelle sale dell'oratorio parrocchiale dove è stato allestito un magazzino. Qui, tutti i giovedì mattina dalle 9 alle 10.30, una quindicina di volontari si occupano della distribuzione.

«I beni ci arrivano dall'associazione Trentino Solidale, che il giovedì mattina ci porta prodotti freschi, dal Banco Alimentare di Trento, dove i nostri volontari si recano settimanalmente, e infine le eccedenze agricole alimentari tramite Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura, ndr)», precisa Segnana. Prodotti che però da soli non bastano. Per questo una parte del progetto "Mano Amica" ha previsto l'acquisto di altri beni. «Aiuti che vanno a integrare il pacco viveri: pensiamo al formaggio, allo zucchero, all'olio, ai prodotti per l'igiene personale come spazzolini, dentifrici, detersivi, ma anche prodotti per i bambini, dai pannolini al latte in polvere, qualche farmaco se c'è bisogno - aggiunge la Ballon -. Obiettivo nostro è quello di stimolare queste persone a diventare più autonome, fornendo loro non solo alimenti per vivere ma anche per la pulizia, l'igiene e il vestiario, in modo che possano presentarsi in modo decoroso a colloqui di lavoro, per il loro inserimento o reinserimento lavorativo».

Per capire il lavoro dell'Associazione Ama e dei suoi volontari e quindi la situazione a Borgo e in Bassa Valsugana, ecco alcuni dati. Nel 2017 sono state 113 le famiglie che hanno ricevuto i pacchi alimentari, per un totale di 296 persone, di cui 39 bambini con meno di 5 anni. Ben 52 le aperture del magazzino il giovedì mattina, 1.704 i pacchi alimentari distribuiti. «Delle 113 famiglie assistite 69 sono italiane, 6 comunitarie e 38 non comunitarie- conclude la Ballon -. Per quanto riguarda Borgo sono 60 le famiglie che si rivolgono a noi, di cui 42 italiane e comunitarie e 18 non comunitarie».













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