Chiazze rosse e oleose nei laghi 

Caldonazzo, sulla sponda perginese. Allarme alla foce di una roggia a San Cristoforo, ma le analisi hanno appurato che si trattava di argilla La “macchia” a Levico Terme. Sopralluogo di sindaco e tecnici: le sostanze inquinanti non c’entrano, solo un anomalo accumulo di pollini


roberto gerolA E beppe castro




ALTA VALSUGANA. Allarme fortunatamente rientrato per alcuni chiazze rosse (nella foto) nel lago di Caldonazzo, sponda perginese, nei pressi di San Cristoforo. Sono state notate e fotografate nei giorni scorsi alla foce della roggia che dopo aver attraversato il canneto finisce appunto nel lago. La segnalazione giunta ai vigili del fuoco volontari di Pergine ha fatto intervenire i tecnici dell’Appa, l’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente che si occupa delle condizioni delle acque in Trentino. Della cosa è stato interessato anche il sindaco Roberto Oss Emer. Sono stati subito effettuati dei prelievi con successive analisi proprio per verificare i contenuti dell’acqua. Nulla di allarmante, hanno dichiarato i tecnici al comandante dei vigili del fuoco Claudio Casagrande, si tratta di materiale naturale (probabilmente argilla) finito nel corso d’acqua e che la corrente ha trascinato fino al lago colorando la superficie appunto in quella zona. Un evento quindi naturale che nulla ha a che fare con possibili inquinamenti da versamenti nella roggia.

I precedenti

Non è la prima volta purtroppo che i tecnici provinciali dell’Appa intervengono sulla sponda perginese del lago di Caldonazzo. Casi ben più gravi, e si trattava appunto di inquinamento da sostanza pericolose per la salute dello specchio d’acqua, si erano verificati lungo la stessa sponda interessando la roggia che scende dall’abitato di Ischia.

L’allarme a Levico

L’emergenza lago, oltre che a San Cristoforo, è scattata ieri anche a Levico Terme. Verso le 16 infatti alcuni residenti che si trovavano nei pressi del lago, notando una macchia oleosa in acqua, hanno subito avvisato il Comune. Sul posto si sono precipitati i tecnici del servizio Ecologia, il sindaco Gianni Beretta insieme agli assessori Patrick Arcais e Paolo Andreatta. Dopo il sopralluogo è stato possibile accertare che non si trattava di inquinamento ma di un fenomeno naturale causato dall’eccessivo deposito di pollini sulla superficie del lago di Levico.

Le rassicurazioni

Il vice sindaco Arcais comunque, dopo il sopralluogo, ha rassicurato la popolazione levicense: «Non c’è nulla da cui preoccuparsi. La macchia, che sembrava avere la consistenza del petrolio, non è dovuta a sostanze inquinanti ma semplicemente ad un anomalo accumulo di pollini. Il nostro lago è più pulito che mai e pesci, anatre e folaghe possono dormire sonni tranquilli così come la nostra cittadinanza. Monitoreremo ancora per diversi giorni il fenomeno giusto per non lasciare nulla al caso», conclude Arcais.

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