«Campi e prati devastati ora è emergenza cinghiali» 

Grido d’allarme della Lega Nord per la situazione in Val di Sella: «Questa estate non si potrà nemmeno effettuare lo sfalcio e anche i turisti sono spaventati»


di Marika Caumo


BORGO. In Valsugana è emergenza cinghiali. A sostenerlo il Carroccio, che ieri mattina ha organizzato una conferenza stampa a Borgo. Presenti, oltre ai militanti locali Roberto Paccher, Enzo Erminio Boso e Danilo Perin, anche il neo segretario della Lega Nord Trentino, Mirko Bisesti.

Paccher, che è anche presidente dei capannisti trentini, mostra le fotografie scattate nei prati della Val di Sella. Terreni devastati dal passaggio dei cinghiali. «Agricoltori, operatori turistici e privati cittadini chiedono aiuto. La situazione che si sta creando è preoccupante. Sella è devastata, molti pascoli non saranno nemmeno tagliati questa estate perché è impossibile farlo», spiega Paccher. Che prosegue: «Anche Arte Sella si lamenta per la sicurezza delle persone, che hanno paura per il possibile incontro con questi animali. Ma la giunta provinciale non è in grado di affrontare questa emergenza: rispetto allo scorso anno, invece che semplificare, ha complicato ulteriormente le cose per i cacciatori».

In mano la delibera 705/2017 del Comitato faunistico, modificata con la 708 di quest'anno, che disciplina il controllo del cinghiale. «La caccia al cinghiale si può fare esclusivamente nelle giornate di caccia agli ungulati, il che significa che si esaurisce in poche giornate. Se ciò non bastasse, se si va a fare il controllo del cinghiale non si può cacciare ungulati e viceversa», sbotta Paccher, ricordando come le incombenze e i vincoli per chi ha il permesso di sparare al cinghiale siano «maggiori di quelle di un soggetto in libertà vigilata: devi segnalare quando vai, con chi vai, dove vai, addirittura quanti colpi hai sparato». E va oltre: «Se i danni fatti dal cinghiale superano i 2mila euro vengono pagati dall'ente gestore ma se sono inferiori è previsto che siano i cacciatori abilitati al controllo a ripristinarli: praticamente chi va a caccia del cinghiale deve pagare una quota aggiuntiva, come se l'animale fosse suo, e anche riparare ai danni che fa. In tutto ciò la responsabilità politica è dell'assessore provinciale Dallapiccola che non ha fatto nulla per semplificare le cose: la norma attuale non favorisce l'estirpazione dei cinghiali».

Per Boso, che ha raccolto la richiesta d'aiuto di numerosi contadini, ha ricordato che i cacciatori tesserati Lega Nord hanno già preparato alcune norme venatorie, insieme ad un biologo e a cinque veterinari. «La caccia selettiva va fatta con intelligenza, non possiamo permettere che i Verdi gestiscano la nostra realtà», ha spiegato, ricordando anche il problema delle zecche «che si risolve con lo sfalcio delle erbe alte e con la vaccinazione di pecore e capre, cosa che la Provincia ha smesso di sostenere».

«Lo scorso anno in Valsugana si poteva cacciare il cinghiale solo in destra Brenta e solo chi ha il patentino, una tassa aggiuntiva», aggiunge Perin. Conclude Bisesti: «La Lega non è attenta solo a certi fenomeni ma anche a queste problematiche. Perché questa burocrazia? Tutto, dall'andare a caccia a fare impresa, deve essere più semplice».

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