Cambio di alberi in via Dante le perplessità di Dal Bianco

Levico terme. In tempo di Covid la macchina amministrativa non si ferma e, tra le tante altre cose, mette in atto le “manutenzioni straordinarie” più urgenti per resistere al degrado. È questo il...



Levico terme. In tempo di Covid la macchina amministrativa non si ferma e, tra le tante altre cose, mette in atto le “manutenzioni straordinarie” più urgenti per resistere al degrado. È questo il caso della via principale del centro cittadino, via Dante Alighieri, per la quale la giunta comunale ha deliberato a fine aprile scorso di sostituire le lastre di marmo danneggiate, sistemare la pavimentazione in porfido ma, soprattutto, togliere le 25 piante di Liriodendron Tulipifera, l'albero dei tulipani, per sotituirle con delle nuove Llex Stevens, un arbusto ornamentale sempreverde, con foglie spinose, verde scuro, e piccoli fiori bianchi che in autunno si trasformano in bacche rosse in un bel contrasto con il fogliame. Un intervento per il quale è previsto di spendere circa 180mila euro. Una spesa che ha fatto intervenire il consigliere di minoranza Maurizio Dal Bianco con un accesso agli atti che ha dovuto attendere quasi un mese la risposta.

«Volevo sapere – dice Dal Bianco – chi avesse stilato la perizia che segnalava come urgente la sostituzione di piante che a prima vista non presentano urgenze di alcun tipo, non quanto almeno quelle di viale Lido che sono già pericolose per i pedoni e per il traffico veicolare, con numerose radici che hanno spaccato l'asfalto».

Ma la scelta di sostituire le piante «non si basa su una perizia fitostatica – si legge nella risposta del segretario –, in quanto non necessaria, bensì sul fatto che la tipologia di piante attualmente presente può raggiungere un'altezza media che va dai 15 ai 20 metri, un elevato diametro e l'attività delle stesse ha già iniziato a danneggiare la pavimentazione esistente».

«Ma non potevamo prevederlo quando sono state scelte per la nuova via Dante?», si chiede Dal Bianco che interverrà al proposito in consiglio. «E poi, perché non fare una perizia o chiedere consigli a un vivaio prima di spendere 180mila euro?». F.Z.













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