Avis, nuova organizzazione per donare 

In Valsugana e Tesino si cambia: coordinamento tra le sezioni che gravitano su Borgo e servizi per il centro di raccolta


di Marika Caumo


BORGO. Meno donatori ma più donazioni nel 2017 per l'Avis Bassa Valsugana e Tesino. Che annuncia cambiamenti organizzativi e nuove idee per reclutare e fidelizzare i volontari. L'associazione sabato sera ha chiamato a raccolta i soci al palazzetto dello sport di via Gozzer per l'annuale assemblea. Un incontro per presentare i dati dell'anno appena terminato e premiare gli avisini che hanno raggiunto diversi traguardi nel numero di donazioni.

Un bilancio in chiaroscuro quello presentato dal presidente Daniele Tomio. A preoccupare il numero di donatori, in calo da un paio d'anni dopo una crescita costante registrata in precedenza. Nel 2013 i donatori erano 1.585 saliti a 1.654 nel 2014 e ulteriormente a 1.718 nel 2015. Un trend interrotto nel 2016, con i donatori scesi a 1.714 ed ancor di più lo scorso anno. A fine dicembre 2017, infatti, erano 1.695: a fronte di 78 nuovi ingressi ci sono state 97 persone cancellate, per un saldo di -19 unità. A risentirne soprattutto la compagine maschile passata da 1.216 donatori del 2016 a 1.194, mentre le donne sono addirittura in leggero aumento (501, erano 498 a fine 2016). Il presidente Tomio ha ricordato che tra le uscite ci sono una decina di persone di Levico e Caldonazzo che hanno chiesto di essere trasferite nel libro soci dei comuni di provenienza ma anche che nel 2017 sono state raccolte 128 domande di aspiranti donatori. «Si diventa donatore dalla prima donazione, lo scorso anno sono stati 78 i nuovi donatori e ciò significa che abbiamo ancora numerosi aspiranti donatori che aspettano la prima visita e di conseguenza la prima donazione, naturalmente non per colpa nostra», ha precisato.

Per quanto riguarda le donazioni, dopo la brusca frenata del 2016 c'è una lieve ripresa. Se nel 2013 le sacche di sangue raccolte furono 2.221 salite a 2.377 nel 2014 ed a 2.421 nel 2015, precipitate a 2.088 nel 2016, lo scorso anno sono state 2.126 ( +38). Di queste 2.122 sono sacche di sangue, 12 di plasma e 2 di piastrine. Dato che non lascia comunque tranquilli visto che il calo del 2016 era dovuto anche ad una breve chiusura (1 mese e mezzo) del centro di raccolta a causa di lavori all'ospedale San Lorenzo. «Da tutti questi dati emerge un quadro di dati positivi e negativi la cui valutazione impone una seria riflessione e penso di poter affermare che il 2017 ha dato avvio a un profondo cambiamento che porterà Avis a darsi una nuova organizzazione oltre che ad un diverso rapporto con l’Azienda sanitaria», ha annunciato Tomio.

Per quanto riguarda la nuova organizzazione, da poco è stato, infatti, istituito un coordinamento tra le Avis che hanno il centro raccolta all'ospedale di Borgo ovvero Bassa Valsugana, Levico, Caldonazzo e Castello Tesino. E' formato dai presidenti e da alcuni consiglieri ed ha il compito di collaborare con il centro di raccolta per garantire un regolare funzionamento e afflusso di donatori in base agli accordi stabiliti a livello provinciale. Alla guida del coordinamento, chiamato Ambito, è stato eletto Fabrizio Trentin.

Per quanto riguarda invece i rapporti con l’Apss, «da un po' di tempo fanno fatica a dare un risultato soddisfacente, nonostante gli sforzi del personale dipendente. Molti sono i problemi: carenza di personale medico per le visite, riorganizzazione dell’Apss, risparmi imposti alla sanità», spiega Tomio, ricordando che si sta cercando il modo per uscire in fretta da questa empasse. Diverse le ipotesi, alcune si valutano come Avis Borgo, altre riguardano un progetto tra Avis regionale, Apss e Provincia che coinvolgono l'Avis valsuganotta in una forma di cogestione della raccolta del sangue. «Uno studio in fase embrionale in cui l'associazione verrebbe chiamata a partecipare attivamente alla gestione dei centri di raccolta fornendo anche alcuni servizi».













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