AVIO 

Secchi sta con Salvini sul decreto sicurezza  

Il sindaco: dobbiamo rispettare le norme, fa bene il governo a combattere l’immigrazione



AVIO. C’è anche il sindaco di Avio, Federico Secchi, tra i circa 400 primi cittadini che hanno firmato la lettera inviata al presidente dell’Anci, Antonio Decaro, a sostegno della legge voluta da Salvini in materia di sicurezza e per la richiesta di convocazione degli organismi dirigenti dell’associazione per discutere della questione.«Ho firmato anch’io la lettera – dice Secchi – pur sapendo che la nostra Provincia gestisce in modo diverso il fenomeno dell’accoglienza e che il Consiglio delle autonomie locali affronterà prossimamente la questione. Ma doveva essere chiaro che i sindaci, come nella nota che abbiamo sottoscritto, devono sempre e comunque rispettare le leggi, pena una grave delegittimazione delle istituzioni che rappresentano. Inoltre, ritengo che il decreto sicurezza contenga norme e principi giusti e condivisibili. Oggi i nostri concittadini vivono un senso di insicurezza e di disagio e serve dare loro risposte chiare. Soprattutto, va ribadito con forza che, d’ora in poi, si accoglie solo ed esclusivamente chi ha diritto e chi rispetta le regole». «Chiediamo che Anci – si legge nella lettera firmata anche da Secchi – non dia la sensazione di aderire tout court alle tesi del “partito dell’accoglienza” e che si faccia carico anche della sensibilità di tantissimi sindaci di città piccole, medie e grandi che guardano al decreto sicurezza come a un necessario, e da tempo auspicato, strumento normativo che ha favorito un cambio di paradigma rispetto alla questione dell’accoglienza». La richiesta al presidente Decaro è di farsi garante «affinché l’associazione su queste e altre questioni cruciali non venga usata strumentalmente per sostenere le posizioni politiche di una parte». Il fatto è che Decaro, stante anche il fatto che alcuni sindaci hanno invitato alla disapplicazione del decreto sicurezza ritenuto «criminogeno e disumano», ha ritenuto di proporre un tavolo di confronto per apportare «i necessari correttivi che così com’è non tutela i diritti delle persone», facendo riferimento alla posizione assunta all’unanimità dalla commissione immigrazione dell’Anci: «Vista la delicatezza della materia la posizione ufficiale dell’Anci deve necessariamente scaturire da un confronto che coinvolga i massimi organismi dell’associazione a partire dal direttivo e dal Consiglio nazionale. L’abbandono di una politica di governo dei flussi migratori e la cancellazione dei flussi programmati e l’equiparazione tout court tra rifugiati e migranti economici ha prodotto conseguenze che era doveroso contrastare da parte del governo cui spetta, è bene ricordarlo, la responsabilità in materia di immigrazione. Sulle città, sulle prefetture e sulle comunità locali, infatti, si sono scaricati i costi gestionali, sociali e di sicurezza derivanti dal fenomeno con scelte dissennate e illogiche». (m.cass.)













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