Folgaria piange Antenore Cuel 

Partecipò alle Olimpiadi nel 1948 e 1952, fu il primo maestro di sci degli altipiani


di Fabio Marzari


FOLGARIA. Antenore Cuel lascia per sempre Folgaria per raggiungere altre montagne. Perché egli era un uomo che viveva profondamente la montagna in ogni suo aspetto. Era nato il 27 marzo 1922 ed è deceduto pochi giorni prima di compiere 96 anni. Noto nel mondo sportivo per il suo trascorso glorioso sugli sci da fondo, partecipò a due olimpiadi, nel 1948 e nel 1952, unico fino ad oggi dell'altopiano. Il fondo fu la sua grande passione e il luogo dove il fisico d'acciaio che possedeva potè esprimersi al meglio. Fin da bambino, sui prati di Francolini dove era nato, calzava due rudimentali "doghe" da botte allacciate con cinghiette e spago e allenava i capaci polmoni e le possenti gambe a sopportare le fatiche delle lunghe distanze della disciplina. Poi tutto iniziò alla scuola alpina di Courmayeur nel 1941, dalla quale fuggì dopo l' 8 settembre per raggiungere la Svizzera dopo aver scavalcato le Alpi, dalle parti di Cervinia, per approdare a Zermatt assieme a gran parte dell squadra azzurra. Con lui Zeno Colò, Alverà, De Florian e Della Giacoma, tanto per citarne qualcuno. "I nostri commilitoni combattevano fra i partigiani o con le truppe alleate, o peggio ancora penavano nei campi di internamento. Noi, pur lavorando, potevamo allenarci e perlomeno mangiare decentemente", usava dire. Dopo la guerra partecipa ai giochi di St. Moritz nel 1948, con la pattuglia militare piazzandosi al quarto posto. L'edizione successiva dei giochi, nel 1952 a Oslo, lo vede disputare la 50 km di fondo, in quell'occasione fu tradito dalla sciolina. A 30 anni vince il campionato italiano sulla stessa distanza, quindi appende al chiodo gli sci da gara per dedicarsi all'insegnamento. Fra i primi maestri di sci in Italia, fu certamente il primo a Folgaria, dove fondò la scuola che diresse per 36 anni. Aprì un negozio di articoli sportivi nel centro di Folgaria e un'azienda di fornitura all'ingrosso di bevande e vini. Quando dovette sospendere la pratica degli sport preferiti, bicicletta e ovviamente sci, aveva 90 anni suonati. Prima di allora era consueto vederlo sfrecciare inforcando la sua Colnago a 9 rapporti, un giorno verso il Passo Vezzena e quello successivo scendere verso Arsiero per arrampicarsi a Tonezza e proseguire per Passo Coe e planare a Folgaria. D'inverno quotidianamente praticava il carosello in tutta la sua lunghezza. Escluso il fine settimana: "ghe masa gazer", diceva. L'autunno lo dedicava alla caccia "rigorosamente solo levro", ricordando gli amici cacciatori di un tempo come il Tullio e il Nello. È un altro pilastro del boom turistico di Folgaria che lascia l'Alpe Cimbra. Era noto anche per non soffrire assolutamente il freddo, dormì sempre, estate e inverno, con la finestra aperta e termosifone chiuso. Ora quella finestra rimarrà chiusa per sempre.













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