Ztl, negozianti all’attacco: «Affari in calo» 

A più di un anno dalla chiusura di via Galilei, Roggia Grande e Calepina, c’è scontento: «Il Comune ripensi alle fasce orarie»


di Sandra Mattei


TRENTO. Ci sono i contrari da sempre, quelli che contrari lo sono diventati e quelli rassegnati che chiedono di rivedere almeno la rigidità delle fasce orarie controllate dai varchi elettronici. Ma c’è anche chi dalla chiusura del traffico nel cosiddetto “uncino”, da via Galilei, a via Roggia Grande e via Calepina, sostiene di averci guadagnato.

Le sfumature, come si può capire, sono tante quando si affronta la viabilità del centro storico, soprattutto dopo l’entrata in vigore delle telecamere che registrano le targhe di chi sgarra le fasce orarie nelle quali è permesso l’accesso per le operazioni di carico e scarico. Per questo, anche tra i commercianti che non sperano più in un ripensamento del Comune, c’è la richiesta di riveder le fasce orarie, limitando il divieto di transito solo alla sera, quando gli utenti del centro storico possono concedersi l’aperitivo o la cena all’aperto, senza il passaggio delle auto ed i conseguenti rumore e smog. La pensa così Tiziana Gecchele, storica titolare della gioielleria “La Meridiana” in via Roggia Grande, da sempre in prima linea contro la Ztl nell’uncino. «Non siamo riusciti ad imporci - esordisce Tiziana - quando tre anni fa avevano annunciato l’estensione della Ztl e ed avevamo raccolto centinaia di firme, anche dei nostri clienti. Ci avevano promesso che queste strade, dopo i lavori di arredo urbano e la chiusura alle auto, sarebbero rinate, ma così non è stato. Dubito perciò che il Comune possa tornare sui propri passi».

Ora c’è il consigliere della Civica Trentina, Andrea Merler, a sostenere la battaglia dei commercianti, attraverso una mozione urgente che chiede alla giunta un incontro pubblico entro 30 giorni, per limitare le fasce orarie del divieto di transito o di sospendere l’ordinanza per trovare altre soluzioni. Tiziana Gecchele commenta: «Certo, noi ci abbiamo rimesso tutti, perché molti clienti preferiscono destinazioni più comode. Basterebbe che si istituisse il divieto dalle 20 di sera fino alle 7.30 della mattina, così i residenti non sarebbero disturbati di notte, mentre durante il giorno il transito delle auto permetterebbe anche ai clienti che hanno difficoltà a muoversi di fare acquisti. L’uncino infatti, era l’entrare anche per le altre vie del centro, non a caso adesso si lamentano del calo di affari anche i colleghi di Largo Carducci».

Claudio Cronst, dell’omonimo negozio di elettronica, è tranchant: «Manca la volontà di mantenere in vita le attività del centro, lasciando campo libero solo alle grandi catene. Il problema dei parcheggi c’era già prima della Ztl, figuriamoci adesso. In questa zona della città mancano del tutto i parcheggi d’attestamento, per questo l’unico spazio a disposizione, per chi ha bisogno di scaricare merci o dare un passaggio è quello davanti al Cinema Modena. Il risultato è che l’unica zona viva del centro è l’asse via Mazzini, via Garibaldi, e tutte le laterali sono morte». Gianluca Pallaoro, dell’autorimessa Europa, dice che a rimetterci è tutto il centro: «Io ho dovuto reinventarmi anche come informatico, perché i dati dei miei clienti sono trasmessi con un software al database della polizia locale. Se l’obiettivo era quello di rianimare il centro con più pedoni, il risultato non s’è visto. Ci sono anche persone con difficoltà motorie e che hanno un’emergenza, io garantisco un servizio pubblico, ma se si fa terrorismo perché fioccano le multe, chi verrà più in centro?».















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