«Zappini, crimini frequenti e reiterati» 

Le motivazioni del gip per l’arresto. La dirigente tace in aula Controlli su cellulari, telepass e carte benzina nelle indagini



TRENTO. Condotte criminose frequenti e reiterate nel tempo. Le motivazioni della custodia cautelare a carico di Luisa Zappini, ex dirigente del Cue, sono frutto dell’incrocio di migliaia di dati. Minuziosa l’indagine della squadra Mobile di Trento su timbrature di cartellini, telepass, rifornimenti di benzina alla macchina aziendale nelle stazioni di servizio, incrocio dei dati delle celle telefoniche. Il tempo: ore e giorni che non collimano con incarichi di lavoro dichiarati e mai svolti, hanno portato alla scoperta di viaggi all’estero mentre la Zappini risultava al lavoro e missioni che, in realtà, non avevano mai avuto luogo.

Ieri l’interrogatorio di garanzia davanti al gip Claudia Miori, ma l’ex dirigente del Cue, accusata di truffa falso e peculato si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Le motivazioni cautelari ricostruiscono anni di illeciti. Così l’indagine ha confrontato migliaia di dati, ricostruendo gli spostamenti della Zappini in base alle dichiarazioni fatte dalla stessa, in relazione agli episodi contestati. Ingressi ed uscite dell’ex dirigente dal proprio posto di lavoro, Trentino Network, verifica degli spostamenti che, per lavoro, la Zappini asseriva di dover effettuare e che, invece, è stato accertato non erano mai avvenuti. Certosina la ricostruzione fatta anche in relazione, nel medesimo contesto, all’asserzione, da parte dell’indagata, di un incontro per motivi professionali con un alto esponente dei vigili del fuoco ma che, invece, non è mai avvenuto, a detta dello stesso interessato. Numerosi gli episodi che vedono al centro delle contestazioni l’utilizzo indebito del veicolo di servizio in relazione al riepiloghi mensile di conteggio delle ore di servizio effettuate dalla Zappini. Luoghi, incarichi, viaggi, missioni, non collimano con le effettive incombenze professionali dichiarate ma, soprattutto, non collimano con quanto rilevato dalle celle telefoniche. Presenze in Trentino asserite mentre l’indagata era, invece, in viaggio all’estero. Noti i casi di Maldive e Francia, Parigi, che pesano nel capitolo relativo all’utilizzo dei permessi relativi alla legge 104. La gravità dei reati di truffa, falso e peculato parte dal fatto che Zappini era un pubblico ufficiale e si accentua considerando che l’ex dirigente avrebbe continuato a commetterli anche quando le indagini che la riguardavano erano in corso. E si parla del 26 gennaio del 2018, quando la squadra Mobile di Trento raccoglieva la denuncia del consigliere Filippo Deagsperi, che poi muoveva anche sulla strada delle interrogazioni, segnalando appunto l’indebito utilizzo della legge 104 e l’indebito utilizzo dell’auto di servizio. Tra gli episodi contestati, quello di qualche giorno prima l’inizio delle indagini. Zappini disse di essersi recata a Riva del Garda per incontrare un ispettore dei vigili del fuoco. Si giustificò così davanti alla Pat che in merito chiese spiegazioni. L’incontro non era mai avvenuto. Quel giorno Zappini era sì a Riva del Garda, ma per tenere un corso presso la scuola Oss del Centro Professionale Barelli, dal quale avrebbe percepito anche dei compensi per l’impegno sostenuto. Fatto grave, il tentativo di far correggere ai sottoposti i giorni presi in 104 tramutandoli in ferie arretrate, subito dopo aver appreso il contenuto dell’esposto che la riguardava. (f.q)















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