PASSI DOLOMITICI

Zaia scrive a Delrio: «Stop alle chiusure»

Il governatore veneto cerca di bloccare l’iniziativa sul Sella. Gilmozzi replica: nessun passo indietro, abbiamo già il via libera del ministero


di Ezio Danieli


BOLZANO. Il governatore veneto Luca Zaia non ci sta. Con una lettera inviata al ministro Graziano Delrio ha chiesto di bloccare la chiusura del Passo Sella che, dopo la prima positiva esperienza dell’altro giorno, proseguirà per tutti i mercoledì di luglio e agosto. «Le Province autonome di Trento e Bolzano hanno d’intesa programmatole chiusure a luglio e agosto con l’autorizzazione» da parte delle strutture del Ministero. «Sul piano del metodo - scrive Zaia - ritengo sia sempre doveroso attenersi a corrette ed equilibrate relazioni istituzionali fra enti territoriali, specialmente se interessati a problemi comuni, rifuggendo di conseguenza dall’assunzione di decisioni unilaterali». Precisando di ritenere che «iniziative di tal genere debbano necessariamente coinvolgere in termini di programmazione e di valutazione degli impatti anche i territori confinanti, e nello specifico Regione Veneto e Provincia di Belluno», Zaia è rammaricato nel «constatare che l’iniziativa sia stata programmata e autorizzata senza valutare la posizione assunta dalla Regione Veneto e dalla Provincia di Belluno, che pur condividono assieme alle Province Autonome confinanti e al Governo nazionale, importanti tavoli istituzionali per lo sviluppo sostenibile dei loro territori». Sul piano del merito, Zaia evidenzia «con forza» a Delrio «gli impatti negativi che iniziative preclusive del diritto alla mobilità come questa, non programmate strategicamente su basi più ampie e condivise, possono avere sull’economia turistica delle aree montane», dato che «l’indotto generato da questo settore, specialmente nel periodo estivo, costituisce un elemento vitale per la sopravvivenza di interi comprensori montani, che proprio sul turismo fondano il loro sostentamento, combattendo così lo spopolamento ormai in atto da decenni». Garantendo da subito la massima disponibilità e collaborazione della Regione Veneto, Zaia invita Delrio «a riconsiderare l’intera questione e a valutare e promuovere opportune iniziative alternative», «in un quadro di sostenibilità che non penalizzi le popolazioni locali».

Ma l'assessore della Provincia di Trento, Mauro Gilmozzi, replica: «La sperimentazione dei mercoledì chiusi al traffico sul Passo Sella continuerà fino al termine del mese di agosto. Il presidente del Veneto, Luca Zaia, è liberissimo di pensarla come crede. Noi non gli imponiamo nulla, ma anche lui non deve rivolgerci moniti o, peggio, proporci dei passi indietro, tra l’altro sulla base di dati semplicemente sballati». Mauro Gilmozzi, assessore ai trasporti della provincia di Trento era presente sul Sella e testimonia di aver contato almeno 1. 300 presenze, a suo avviso nient’affatto poche, considerando che era il primo giorno di sperimentazione. Che cosa pensa delle esternazioni di Zaia, con l’invito a Trento e a Bolzano di fare un passo indietro? «Non c’è nulla da dire. Ognuno è libero di tenersi le idee che ha. Quello di Zaia è uno strappo ai rapporti tra Trento, Bolzano e il Veneto? Assolutamente no. I rapporti sono ottimi, nonostante questo dissenso e quello sulla Marmolada. Ma il presidente Zaia non può imporci il pensiero unico. Anche Zaia sa che il turismo è in evoluzione. Mi pare che se ne stia vivacemente discutendo a Venezia. Il governatore veneto, proponendo il treno delle Dolomiti, suggerisce un salto di qualità del turismo del futuro: più lento, più sostenibile. Non è in sostanza ciò che noi proponiamo con i green days? È inutile che Zaia minacci ricorsi o scriva al ministro Delrio. Noi siamo titolati a emettere ordinanze sulla viabilità da una norma prevista dallo Statuto di autonomia, che ci consente di organizzare i flussi di traffico, come riteniamo più opportuno. In questo caso, abbiamo chiesto e ottenuto un’autorizzazione supplementare da parte dello stesso Ministro dei trasporti. Prima di sperimentare quanto stiamo facendo, ci siamo interrogati ripetutamente su come corrispondere alle esigenze dei nuovi turisti europei che sollecitano un approccio soft con la montagna: meno traffico, meno rumore, meno inquinamento».













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