il caso

Vitalizi, il Fondo Family rimane «congelato»

Schiaffo alla Regione: il tribunale di Bolzano nega a Pensplan il sequestro cautelare delle quote di sei consiglieri. Strada in salita per il recupero forzoso



TRENTO. Brusca frenata nel recupero dei vitalizi d’oro degli ex consiglieri regionali. Il Tribunale di Bolzano ha negato martedì il sequestro delle quote del Fondo Family intestate a cinque ex consiglieri regionali e a un consigliere in carica. Uno schiaffo, di fatto, al consiglio regionale, il cui ufficio di presidenza, guidato da Chiara Avanzo, è impegnato da mesi per ottenere il recupero forzoso delle cifre - in denaro liquido e come quote del Fondo Family - che risultano dai nuovi conteggi sugli anticipi di vitalizi dovuti ai consiglieri.

Il 5 novembre scorso Pensplan Invest aveva chiesto al Tribunale di sottoporre a sequestro cautelare i certificati nominativi di sei detentori di quote del Fondo che non hanno restituito al consiglio regionale il denaro richiesto in base alla legge regionale 4 del 2014, avviando le cause. Una decisione, quella della società, arrivata dopo mesi di braccio di ferro con l’Ufficio di presidenza del consiglio regionale che premeva perché sbloccasse le quote trasformandole in quote pubbliche. Pensplan aveva sempre rivendicato di essere «nell'impossibilità giuridica di intervenire e di dare seguito alle insistenti richieste del consiglio» perché «occorre necessariamente attendere l'esito dei giudizi avviati contro il consiglio da alcuni consiglieri». Poi la scelta di chiedere il sequestro cautelare.

Martedì, riferisce Pensplan Invest, «il tribunale ha respinto le richieste cautelari che PensPlan aveva formulato per “mettere in sicurezza” le quote del Fondo Family. Il giudice ha sottolineato che la parte ricorrente non può chiedere un sequestro, considerato che la PensPlan Invest, come peraltro dalla stessa dichiarato, non vanta alcun diritto sulle quote». Secondo il giudice la società in relazione alle quote «non può avere nessun interesse alla – sola ammissibile – custodia imparziale delle stesse».

In una nota diffusa ieri, Pensplan dichiara di non condividere il provvedimento di rigetto, ma «prende atto delle chiare indicazioni del Tribunale di Bolzano». Viene sottolineato che Pensplan può avere a disposizione «altri rimedi, anche in via cautelare, laddove venissero avanzate inammissibili richieste da parte di coloro che attualmente non hanno restituito al consiglio regionale le quote del Fondo Family».

Claudio Taverna, in rappresentanza degli ex consiglieri, commenta così: «Il rigetto conferma che Pensplan non ha titolo per congelare le quote del Fondo Family. È la conferma che la legge 4 del 2014 è inoperativa». Dopo la frenata dell’Ufficio di presidenza, che per la riscossione forzosa ha deciso di attendere la sentenza della Cassazione, ora il pronunciamento del tribunale di Bolzano non appare favorevole al recupero dei vitalizi.













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