Vitalizi, gli ex consiglieri ricorrono in Cassazione

De stabilire la competenza del giudice ordinario a pronunciarsi in materia, contestata dalla Regione. L’associazione: «Il vitalizio non è una pensione»



TRENTO. Arriva fino in Cassazione la battaglia sui vitalizi tra gli ex consiglieri e la Regione. Saranno le Sezioni Unite della Corte Suprema a stabilire chi sarà il giudice nella causa davanti al Tribunale di Trento tra gli ex consiglieri e il consiglio regionale sulla legittimità costituzionale della riforma dei vitalizi che ha tagliato gli anticipi d’oro.

Claudio Taverna, portavoce dell’associazione degli ex (consiglieri, parlamentari e parlamentari europei), annuncia che gli ex si rivolgeranno alla Corte di Cassazione Sezioni Unite per la competenza del giudice ordinario, dopo che gli stessi avevano già presentato ricorso al Tribunale di Trento contro la legge regionale 4 del 2014, che ha ridotto gli anticipi d’oro dei vitalizi.

Il contenzioso in corso tra Regione ed ex consiglieri entra dunque in una nuova fase, in cui si dovrà stabilire se il Tribunale ordinario ha o meno la competenza per pronunciarsi sui vitalizi. I collegi di difesa degli ex politici hanno scelto questa via - spiega Taverna - «per superare le tattiche ostruzionistiche della controparte (Regione), che non ritiene il giudice ordinario competente a esaminare la causa». «Nel ricorso, in via di presentazione, si insisterà comunque sulla competenza del giudice ordinario», fanno sapere gli ex consiglieri tramite il loro portavoce.

Ma la posizione dei ricorrenti a difesa dei propri vitalizi è interessante soprattutto nel merito. L'associazione degli ex consiglieri cita infatti una frase pronunciata da Gerardo Bianco, presidente dell'associazione degli ex parlamentari, il quale - in una lettera del 26 maggio indirizzata ai presidenti di Senato e Camera, Piero Grasso e Laura Boldrini - ha affermato che «il vitalizio, pur avendo carattere previdenziale non è una pensione, come l'indennità parlamentare, prevista dall'articolo 69 della Costituzione, non è uno stipendio». «Concetti questi - conclude Taverna - sostenuti anche dall'associazione regionale degli ex consiglieri, e ciò che più conta dalle sentenze delle Corte Costituzionale».

Le cause presentate dai 62, tra ex consiglieri provinciali e vedove, sono state distribuite tra tre giudici, Roberto Beghini, Anna Mantovani e Adriana De Tommaso. Finora, gli avvocati della Regione e del consiglio regionale, Giandomenico Falcon e Fabio Corvaja, hanno sollevato la questione di giurisdizione, contestando la competenza del giudice ordinario a occuparsi dei ricorsi: i legali della Regione si basano sulla giurisprudenza della Cassazione e anche sulla sentenza con la quale il Tar ha respinto il ricorso dell’ex consigliere Alois Kofler. I giudici amministrativi hanno sostenuto che la competenza in materia è della Corte dei Conti, che si occupa di soldi pubblici e di giudizi pensionistici sul trattamento dei dipendenti pubblici. Secondo il Tar, i consiglieri regionali sono equiparabili ai dipendenti pubblici, almeno per quando riguarda il trattamento previdenziale.©RIPRODUZIONE RISERVATA













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