«Vitalizi, che schiaffo. Ma ora la Regione può abolire la legge»

Anno giudiziario, il garante dei contribuenti va all’attacco. E Pascucci (commissione tributaria): «Allarme evasione»


di Mara Deimichei


TRENTO. Se da una parte Corrado Pascucci, presidente della commissione tributaria di secondo grado ha puntato il dito contro l’evasione che ha determinato e determina la crisi economica in cui versa il Paese, l’avvocato Andrea Di Francia, garante del contribuente si è scagliato contro la Regione e contro i vitalizi definiti privilegio e abuso. È stata ricca di spunti l’inaugurazione ieri mattina dell’anno giudiziario della commissione tributaria provinciale con anche Maurizio Postal, presidente dell’ordine dei commercialisti che ha sottolineato la sensibile diminuzione - un meno 40 per cento - dei ricorsi che vengono presentati.

Ma partiamo da Di Francia che con tono accalorato ha spiegato come non possa non esprimere «la giusta indignazione dei contribuenti a fronte dell’elargizione, ad un numero ristretto di privilegiati, di tante pubbliche risorse economiche frutto dei sacrifici delle famiglie. I “privilegi”, gli “abusi” non hanno nè possono assumere natura di “diritti” ma conservano nel tempo, natura di “privilegi”, di “abusi”. E dunque le leggi che li hanno consentiti sono, all’evidenza, illegittime per contrasto con l’articolo 3 della Costituzione sotto il profilo della irragionevolezza intrinseca delle stesse. Per tali leggi perciò non si pone un problema di retroattività perché l’eliminazione retroattiva di tali privilegi e abusi sarebbe non solo ragionevole ma addirittura doverosa in questo momento caratterizzato da un’elevata disoccupazione». E alla fine fa una richiesta precisa: «che la Regione abbia il coraggio di fare una legge per abolire i privilegi».

Il presidente Pascucci aveva invece toccato il tema dell’evasione fiscale rimarcando la «stretta relazione fra gettito tributario e crisi economica, nel senso che se è vero che la crisi economica in cui da anni versa il nostro Paese, produce una crisi di gettito tributario, non è meno vera l’opposta considerazione secondo cui è l’incongruenza del gettito tributario rispetto all’effettiva materia imponibile a determinare la crisi economica e sociale che stiamo vivendo». E ha anche spiegato di come si sia speso per evitare - almeno per ora - il trasloco della sede delle commissioni. «Nell’ambito della revisione della spesa - ha spiegato - si è adombrata la possibilità che i nostri uffici si concentrino in alcuni locali nella sede dell’Agenzia delle Entrate. Ho ritenuto mio dovere denunciare l’assoluta inopportunità che un organo giurisdizionale sieda all’interno degli uffici di una delle parti del processo, in ragione dell’evidenza del principio che i giudici debbano non essere ma anche apparire imparziali». Maurizio Postal ha sottolineato il drastico calo dei ricorsi: «nel biennio 2009-2010 venivano presentati circa 1.100 ricorsi all’anno, nel 2013 si è scesi a 425 con una riduzione del 40%. Un crollo derivante da diverse concause. Tra queste sicuramente vi è un’attività più mirata dell’Agenzia delle entrate, l’effetto dell’istituto della mediazione ma anche il crescere degli accertamenti “abbandonati”, dove il contribuente non paga, non definisce e non ricorre, ma resta inerte».













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