politica

Vitalizi, arrivate le lettere ai consiglieri

Il presidente Diego Moltrer invita gli ex a decidere se tornare al vecchio assegno o tenere gli anticipi decurtati



TRENTO. Sono state spedite le lettere agli ex consiglieri provinciali per avviare la procedura di recupero degli anticipi versati in eccesso rispetto ai nuovi criteri fissati nelle leggi regionali n. 4 e 5 dell’11 luglio 2014. Le lettere sono state predisposte dal presidente del consiglio regionale Diego Moltrer, insieme agli uffici. Il consiglio regionale avvia dunque le procedure per introdurre gli effetti della riforma dei vitalizi approvata in luglio.

Ex consiglieri provinciali, ecco i vitalizi d'oro

Ecco i vitalizi d'oro degli ex consiglieri provinciali trentini: ventidue milioni di euro è la cifra complessiva che è già stata erogata dalla Regione come anticipo (nella cifra ci sono anche i consiglieri provinciali dell'Alto Adige), altri trentuno milioni di euro verranno elargiti entro il 2021 - Firma il nostro appello - Tutti gli articoli

Sul bollettino ufficiale della Regione di ieri è stata pubblicata la deliberazione dell’ufficio di presidenza «Prime linee operative per l’applicazione delle leggi regionali n.4 e n.5 dell’11 luglio 2014» con la descrizione dei passi che verranno intrapresi. Le lettere sono state spedite in questa prima fase agli 87 ex consiglieri già titolari di vitalizi. «Si tratta di una informativa», spiega Moltrer, «in cui presentiamo le opzioni a loro disposizione e chiediamo di comunicarci al più presto la decisione».

Gli ex consiglieri possono tornare al vitalizio che ricevevano prima della riforma del 2012, decurtato del 20%. L’alternativa è confermare l’attualizzazione, cioè conservare il vitalizio ridotto a 2800 euro netti al mese, più il calcolo degli anticipi in base ad aspettativa di vita e tasso di sconto. In questo caso, in base alla legge di luglio, gli anticipi saranno inferiori e la parte eccedente andrà restituita. Nelle lettere agli ex consiglieri, personalizzate caso per caso, viene indicata la cifra che eventualmente andrà restituita. Viene chiesto inoltre se vengano percepiti altri vitalizi da attività politica. «In base alle risposte, vecchio vitalizio o attualizzazione decurtata, spediremo a settembre i decreti veri e propri per le restituzioni», anticipa Moltrer. Saranno comunque pochi gli ex consiglieri che torneranno al vitalizio «pieno».

Sorride Moltrer: «C’è il timore che arrivi da Roma qualche provvedimento di taglio radicale dei vitalizi...». Sempre a settembre partiranno direttamente gli avvisi di restituzione ai quaranta consiglieri o ex consiglieri che non ricevono ancora il vitalizio: nel loro caso è obbligatoria la rinuncia dell’intera cifra ricevuta, in attesa del ricalcolo, che verrà effettuato al momento della pensione. Franz Pahl, presidente della associazione degli ex consiglieri, conferma il suo ricorso: «Ce ne saranno diversi, ma credo che nulla si muoverà prima di settembre».

Nella deliberazione dell’ufficio di presidenza si citano anche i problemi fiscali legati alla vicenda: «Risulta necessario richiedere ai singoli consiglieri o ex consiglieri interessati la restituzione delle intere somme nette percepite o quelle corrispondenti al maggior valore attuale netto riconosciuto, al fine di poter dichiarare, successivamente alla restituzione, gli importi rideterminati, sia per il riconoscimento del credito in capo al sostituto d’imposta che ai fini della riliquidazione futura, da parte dell’Agenzia delle Entrate, delle imposte nei confronti dei singoli Consiglieri».

E ieri non ci sono stati gli interrogatori (delegati alla Finanza) per i tre indagati dalla procura trentina nell’ambito dell’inchiesta sui vitalizi. Tappeiner aveva già presentato il certificato medico che «giustificava» la sua assenza, Rosa Thaler e Stefano Tomazzoni hanno invece annunciato via fax che non si sarebbero presentati per rispondere alle domande delle fiamme gialle. A spiegare la ragione Paolo Fava, legale di Thaler: «Si tratta di una decisione "per il momento", legata al fatto che ci troviamo in una fase di indagini con segreto istruttorio e non siamo a conoscenza delle dichiarazioni e la documentazione raccolta dalla Guardia di finanza. Preferiamo attendere l'avviso di chiusura indagini».













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