costi della politica

Vitalizi, arriva anche “Striscia la notizia”

L’inviato Charlie Gnocchi (Mister Neuro) ieri in Regione. Moltrer: ma la nostra riforma è un modello per tutta Italia



TRENTO. Gli appassionati del tema vitalizi tengano d’occhio “Striscia la notizia”: ieri mattina infatti, sotto al palazzo della Regione, si è presentato anche Charlie Gnocchi, il fratello del più celebre Gene, pure lui comunque popolare personaggio televisivo, lanciato proprio dal programma di Antonio Ricci, nei panni di Mister Neuro. Che da tempo percorre la Nazione per sottoporre i politici a stralunate interviste su sprechi e sperperi di denaro pubblico. Mesi fa, per dire, proprio a proposito di vitalizi, aveva preso di mira l’allora consigliera regionale lombarda Nicole Minetti, la famigerata igienista dentale di Berlusconi che si occupò del “prelievo” in questura di Ruby, poi infatti implicata nei processi del “Bunga bunga”. Brillante giacca stile lamè, con decine di banconote e monetine bene appuntate, Gnocchi junior ha declamato la sua indignazione sulla spinosa questione davanti alla telecamere del tg satirico (che potrebbe trasmettere il servizio già stasera) proprio all’ingresso del palazzo, citando più volte anche il nostro giornale e gli ultimi servizi sulle restituzioni al rallentatore.

Anche se ieri il presidente Moltrer ha precisato che non due bensì tre sarebbero gli ex consiglieri, fra i 20 assegnatari degli anticipi più alti, ad aver restituito le somme in eccesso dopo il ricalcolo dell’attualizzazione sulla base della nuova legge approvata a luglio. Tornando a Gnocchi, ha detto di essere stato accolto con calore in Trentino, ma non si è tirato indietro nel definire l’intera vicenda «una c...ata». «È stata fatta, c’è poco da dire - afferma - e ora si spera di risolverla. E un po’ di soldi sono finiti sotto l’uscio, perché quando viene presa una decisione è anche difficile tornare indietro. Tant’è vero che un consigliere che restituisce l’intera somma viene considerato un po’ un pirla».

Lo sbarco di “Striscia” a Trento è legato anche all’interesse che, sulla vicenda, hanno mostrato in questi ultimi giorni anche alcuni quotidiani nazionale, come Il Messaggero e Libero, che hanno dato atto al Consiglio regionale del trentino-Alto Adige di aver imboccato una via (quella appunto delle parziali restituzioni) che al di là delle tante polemiche di queste settimane potrebbe rivelarsi virtuosa, comunque d’esempio anche per altre Regioni: ad esempio Lombardia e Lazio. E infatti Moltrer lo sottolineava, ieri, in alcune interviste rilasciate alle televisioni, spiegando di non temere i ricorsi già annunciati da Franz Pahl, presidente dell’associazione degli ex consiglieri. E ribadendo che non di esproprio si tratta, bensì di ricalcolo di quanto dovuto sulla base di nuovi criteri più giusti, al posto dei precedenti scorretti. Nel pomeriggio lo stesso Moltrer ha tenuto il punto, definendo la riforma di luglio «modello per l’intera nazione».

Non solo: il presidente indica un recupero complessivo di oltre 45 milioni di euro, «il 50,48% del lordo». E ancora: «Da quando abbiamo approvato le leggi 4 e 5/2014, mi sono personalmente impegnato perché trovassero nel più breve tempo possibile l'applicazione. Non abbiamo cercato accordi, ma fatto una legge che avesse basi solide di ragionevolezza, in grado di resistere agli inevitabili ricorsi. L'unico sperpero di energie è quello di chi continua a cercare di sollevare polverone per avere un minimo di visibilità, con chiacchiere che servono evidentemente a colmare i propri vuoti». Su tutto comunque grava il punto di domanda relativo ai tempi: dal momento della ricezione dei decreti di restituzione, gli ex consiglieri hanno a disposizione 90 giorni per i ricorsi. E tra richieste di sospensive al Tar, pronunciamenti nel merito e secondo atto al Consiglio di Stato, è chiaro che la parola fine non ci sarà prima di almeno tre anni.













Scuola & Ricerca

In primo piano