Via Suffragio riparte con la spinta di sette bar

A vivacizzare il quartiere arriva Caracolito e ritornano Rossini e Cafè de la Paix Alzano le serrande Bottega del Prestabici, Photo Studio e Promoevent


di Luca Marognoli


TRENTO. E sono sette. Se i bar sono il termometro della vivacità di un quartiere, e del calore che sa trasmettere a cittadini e turisti, in via del Suffragio la temperatura sta diventando quasi febbre alta. E a chi suonava il de profundis all’ex Contrada Todesca si può rispondere che di morti con la febbre non se ne sono visti mai. Nelle ultime settimane sono saliti a quattro gli esercizi presenti nella sola via dei portici, mentre altri due vi si affacciano dalle vie limitrofe (il Porteghet di passaggio Dorigoni e La vie en rose di via San Marco) e il settimo, il Cafè de la paix è appena rinato dalle sue ceneri come l’araba fenice nel vicinissimo passaggio Osele. Assieme a quest’ultimo, la differenza l’hanno fatta il Rossini, accanto al Bingo, che ha riaperto con una nuova gestione a cura di Pierangelo e Maurizio, e il neonato Caracolito, caffetteria e pasticceria artigianale inaugurata da Rita e Danilo proprio di fronte. Tutte new-entry apprezzabili sia per la qualità dell’offerta che per le novità introdotte dai titolari, giovani con voglia di fare e di proporre. Resta da citare lo zoccolo duro: il bar gelateria Torre Verde e il Suite Cafè accanto alla pizzeria al taglio.

Non solo locali. A pochi passi, hanno alzato le serrande la Bottega del Prestabici - riparazione e vendita di due ruote guidata da Dimitri Tambosi, il Photo Studio di Pina Castelli e la Promoevent Service, specializzata in organizzazione di eventi e servizi per manifestazioni.

Roberta Pedrotti, dell'associazione “Amici di via Suffragio”, vede questa rinascita con entusiasmo: «Un segnale positivo: anch'io con Details, il mio negozio di design, rientro fra i nuovi. Sono tutte attività giovani che portano una ventata di freschezza e un nuovo modo di fare imprenditoria». Un’attenzione particolare è dedicata agli eventi: ha avuto successo, due settimane fa, il festival “Immaginando … Tutta mia la città”, che ha coinvolto associazioni culturali («una di poeti ha riempito di versi i portici, un’altra di artisti ha riempito di quadri e sculture le vetrine», dice Roberta). «E martedì prossimo ci si troverà per costruire insieme l'edizione primaverile». Ad invitare la gente ad uscire dal Giro al Sass anche «attività fuori orario come i laboratori serali. L'altra sera nel mio negozio ne avevamo uno sul telaio: il pubblico è variegato, si va dalla 18enne al 65enne, con una contaminazione tra generazioni e di genere». Infine una richiesta ribadita al Comune: «Togliere le auto, come faranno in piazza Mostra. Il nostro festival, con i suoi angoli-giardino e i salotti a cielo aperto, ha dimostrato che la via viene vissuta in modo più sereno e coinvolgente».













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