TRENTO A LUCI ROSSE

Via Brennero: 45 lucciole in tre chilometri

Nigeriane, sudamericane, dell’Est Europa ma spuntano anche un’asiatica e qualche italiana


Daniele Loss


TRENTO. La monovolume mette le quattro frecce e si ferma nel bel mezzo di via Brennero. Dietro una macchina che inchioda, mentre altre sono costrette a spostarsi sulla corsia di sorpasso. A bordo strada, pochi metri prima dell’imbocco della tangenziale, tre prostitute, con le quali il cliente comincia una contrattazione su prezzo e prestazione. Martedì sera, intorno alle 23 in via Brennero, da Gardolo sino a San Martino, erano 45 le lucciole che sui due lati della strada attendevano i clienti.

Africane, sudamericane e qualche italiana, oltre ad alcuni viados e travestiti, che le forze dell’ordine dicono in aumento nella nostra città. Stazionano nei piazzali dei distributori, nei parcheggi a lato della strada, ma qualcuna di loro si piazza proprio sul ciglio ed espone le proprie «grazie» agli automobilisti di passaggio.

Si comincia dal piazzale limitrofo a Gardolo in prossimità dell’imbocco di via Brennero, si prosegue sino alla circonvallazione del Bren Center e in questo primo tratto sono soprattutto le «bianche» ad occupare i marciapiedi. Qualche giovanissima (dell’Est Europa e, forse anche italiana), alcune sudamericane e un’asiatica.

Il secondo pezzo di via Brennero è invece quasi esclusivamente battuto da ragazze di colore. Le viuzze laterali (via Marconi, ad esempio) diventano il luogo in cui i clienti consumano furtivi rapporti in automobile o dove fermarsi per attendere la prostituta e non essere contemporaneamente visti dalla strada. Ma sono i trentini che si preoccupano di restare anonimi. In tanti, la maggior parte, non esitano a bloccarsi in mezzo alla strada senza curarsi delle altre macchine. Con il rischio d’essere scoperti.

Il totale, alla fine, del viaggio esplorativo recita 45 prostitute displocate da Gardolo a San Martino. Poco più di 3 chilometri di strada, una media di una prostituta ogni 100 metri. Con l’arrivo dell’estate, probabilmente, qualcuna di esse, che abitualmente esercita la professione più antica del mondo in appartamento, scende in strada per attirare un numero maggiore di clienti e poi consumare il rapporto tra le mura domestiche.

Sono circa 80 gli appartamenti, secondo le stime delle forze dell’ordine che monitorano abitualmente la situazione, abitati da donne che esercitano la prostituzione. Un dato, questo, decisamente superiore ad un anno or sono, quando gli appartamenti erano una cinquantina.

Le africane, invece, raggiugono Trento in serata a bordo dei regionali provenienti da Verona e Brescia. Spesso si vedono drappelli di giovani ragazze di colore che s’incamminano dalla stazione alla volta di via Brennero in abiti assolutamente informali. Poi, spesso nascoste dietro cassonetti o automobili in sosta, si cambiano, truccano e preparano per una notte di quello che loro chiamano «lavoro».













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