Vende gli orologi online ma si dimentica delle tasse 

Il caso. Collezionista trentino per tre anni ha usato ebay per offrire ai clienti oggetti preziosi Quindi è arrivata l’Agenzia delle Entrate con tre accertamenti per Iva, Irap e Irpef non pagati



Trento. Non aveva emesso alcuna fattura, non aveva dichiarato i guadagni e quindi non aveva pagato Iva, Irap e Irpef per tre anni. Perché lui pensava che vendere i suoi preziosi orologi su ebay potesse essere considerato un hobby e quindi non fosse soggetto a tassazione. Ma così non è e al trentino glielo hanno spiegato la commissione tributaria (di primo e secondo grado) e ora anche la cassazione che ha rigettato il ricorso.

La collezione

La questione tributaria riguarda i pagamenti per tre danni, dal 2005 al 2007, anni in cui il trentino - dichiarato collezionista di orologi - mette in vendita alcuni preziosi. E per farlo usa la piattaforma di ebay dove si possono mettere nella vetrina virtuale gli oggetti e dove si posso ancora far partire delle aste per i pezzi più pregiati. Perché lo ha fatto? Dalla documentazione presentata di evince che a spingerlo a vendere gli orologi è stato un bisogno economico e che quegli orologi facevano parte di una collezione di famiglia. Insomma non sarebbe stato un commerciante vero e proprio ma si sarebbe limitato a mettere in vendita pezzi che aveva a casa per guadagnare qualcosa. Orologi di cui non poteva mostrare fattura di acquisto perché - ha spiegato - si trattava di pezzi acquistati magari in occasione di mercatini d’antiquariato nei quali si incappava.

Gli accertamenti

Una vendita, per quanto online, da privato a privato che - aveva pensato e in questo senso avrebbe anche avuto delle rassicurazione - non doveva essere soggetta a dichiarazione dei redditi e tassazione. Ma così non è e lo ha scoperto quando sono arrivati tre avvisi di accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate per gli anni 2005, 2006 e 2007. Accertamenti per Iva, Irap e Irpef che diventano anche oggetto di una causa davanti alla commissione di primo e di secondo grado. Procedimenti che si concludono “contro” il collezionista. Questa la massima che ne deriva: «L’attività di vendita di orologi su e-bay effettuata da privato collezionista comporta esercizio di impresa qualora sussistano i requisiti di commercialità e abitualità. Nel caso di specie l’elevato numero delle transazioni, la rilevanza del giro di affari, la professionalità nello svolgimento della stessa nonché il carattere continuativo dell’attività fanno presumere l’esercizio di impresa con conseguente imposizione ai fini irpef ed iva». Insomma non era il caso di un singolo orologio ereditato e poi venduto online, ma l’attività aveva un aspetto professionale. E quindi le tasse erano da pagare. Identica la conclusione della cassazione che ha rigettato i ricorsi dell’uomo.













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