Vaccinazioni, in Trentino cade l'obbligoLa riforma sanitaria le rende facoltative

Le famiglie potranno scegliere - senza timori di sanzioni - se vaccinare i propri figli. La norma dovrebbe diventare operativa nel 2011, in seguito alla realizzazione del piano sulle vaccinazioni



TRENTO. Vaccinarsi in Trentino non sarà più un dovere. Nella riforma della sanità provinciale, appena licenziata dal consiglio, è prevista la «possibilità di un graduale superamento della vaccinazione obbligatoria».

Questo significa che le famiglie potranno scegliere - senza timori di sanzioni - se vaccinare i propri figli. La norma dovrebbe diventare operativa nel 2011, in seguito alla realizzazione del piano sulle vaccinazioni.

Attualmente funziona così. Quando un neonato ha 2 mesi di vita, arriva una lettera nella quale s’invitano i familiari a vaccinare proprio figlio. In Italia i vaccini obbligatori sono quattro: l’antidifterica (dal 1939), l’antipolio (dal 1966), l’antitetanica (dal 1968) e l’antiepatite B (dal 1991). In ogni caso, quasi tutti i bambini ricevono, a partire dal terzo mese, l’esavalente. Sei vaccini che, oltre ai quattro obbligatori, ne contengono altri due facoltativi: l’antipertosse e l’antihaemophilo influenzae B. Poi, ne vengono proposti altri come l’antimorbillo, l’antirosolia, l’antiparotite.

Le vaccinazioni sono obbligatorie, ma non più coercitive. Questo significa che, nonostante l’obbligatorietà, una famiglia si può rifiutare di far vaccinare il proprio figlio. Questa scelta, però, comporta il pagamento di una sanzione di circa 200 euro. Una vera e propria multa da pagare all’Azienda sanitaria.

Con la nuova legge, approvata nei giorni scorsi dal consiglio provinciale, a breve tutto questo cambierà. Gradualmente e in via sperimentale, le vaccinazioni non saranno più obbligatorie (anche se restano vivamente consigliate). Le famiglie che lo vorranno potranno non vaccinare i propri figli senza dover pagare sanzioni. Questo accade in quasi tutti gli stati europei (esclusa la Francia) e in molte regioni italiane (dal Veneto alla Puglia passando per Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Toscana).

Insomma, il Trentino si è adeguato e l’associazione «Vaccinare Informati», che da anni si batte per l’abolizione dell’obbligatorietà, canta vittoria. Così come il consigliere provinciale Roberto Bombarda, promotore del disegno di legge che fu già bocciato per un voto soltanto nella scorsa legislatura. «Ora - afferma Bombarda - siamo finalmente riusciti a far passare questo punto molto importante.

È una conquista culturale per il Trentino, che in questo modo colma una grave lacuna. Rendere facoltativa la vaccinazione - continua Bombarda - è più democratico e fa in modo che non si criminalizzi chi decide di non vaccinare i propri figli. Tra il resto, in questo modo si riconosce anche che i vaccini possono creare dei danni e aiuta ad informare su questi aspetti».

L’assessore alla sanità, Ugo Rossi, parla di «tema condiviso» e però difende l’importanza delle vaccinazioni. «È giusto rispettare tutte le posizioni, anche se l’utilità di questo strumento è scientificamente provata ed oggettiva. Nel corso del 2011 sarà realizzato il piano per le vaccinazioni che terrà conto anche di questo aspetto, che sarà graduale, sperimentale e monitorato. Se ci dovessimo accorgere che la facoltatività fa calare di troppo la copertura, potremmo anche stoppare la sperimentazione. In ogni caso, abbiamo attuato questa soluzione prendendo spunto anche dall’esperienza di regioni limitrofe dove, nonostante la non obbligatorietà, la copertura dei vaccini non è calata molto».

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