salute

Vaccinazioni, gli obiettori sono in calo

Prima inversione di tendenza dopo 6 anni di aumento costante dei rifiuti. Ma il Trentino è ancora sotto la soglia di sicurezza



TRENTO. Calano, per la prima volta negli ultimi sei anni, gli obiettori delle vaccinazioni: i rifiuti sono stati 318 nel corso del 2015, con una riduzione vicina al 15 per cento rispetto agli anni precedente. Si tratta per lo più di “rifiuti informati e definitivi”, insomma scelte precise da parte di genitori che decidono di non sottoporre i figli alle cosiddette vaccinazioni obbligatorie, contando anche sul fatto che in provincia di Trento - a partire dal 2012 - sono state abolite le sanzioni. Un sintomo chiaro che diminuisce la paura delle famiglie e che la campagna avviata dall’azienda sanitaria per aumentare la percentuale di bambini vaccinati comincia a dare i primi risultati.

Ma c’è ancora molto da fare. In Trentino infatti la percentuale di bambini sottoposti alla vaccinazione esavalente è ancora sotto il 95 per cento che le autorità sanitarie considerano la soglia di sicurezza e quindi l’obiettivo da raggiungere. Nel 2015 il vaccino antipolio (che ha la stessa diffusione della vaccinazione esavalente) è stato somministrato al 92,8% dei bambini, cioè la stessa percentuale dell’anno precedente. Per lo meno sembra essersi fermato il calo continuo registrato negli ultimi anni. Dati positivi, invece, per la vaccinazione contro il morbillo che ha registrato un aumento nel 2015 rispetto all’anno precedente. Tutti i dati sono stati forniti dall’azienda sanitaria, all’interno del report annuale sulle vaccinazioni in Trentino pubblicato nei giorni scorsi.

In Trentino ci sono alcune differenze tra i vari distretti sanitari, con la percentuale maggiore di vaccinati nella parte occidentale della provincia, l’unica zona dove è stata superata la soglia del 95%.

Il rapporto riporta dati tranquillizzanti per quanto riguarda le cosiddette “reazioni avverse”, cioè i soggetti che hanno riportato conseguenze più o meno gravi in seguito alle vaccinazioni. Secondo l’azienda sanitaria le segnalazioni di reazioni avverse nel 2015 sono state 22 su un totale di 149 mila dosi di vaccino somministrate (pari a 1,48 su 10 mila). Ma per lo più si è trattato di reazioni locali e lievi. Solo un caso è stato classificato come reazione generalizzata e grave: è quello di un bambino di otto mesi di età che a distanza di alcune ore dalla somministrazione della seconda dose di esavalente più pneumococco coniugato, presentava febbre alta (40 gradi), inquietudine, insonnia e inappetenza. I sintomi - si legge nel rapporto - sono durati alcune ore e poi si sono risolti completamente. Al bambino è stata semplicemente somministrata Tachipirina.













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