Upt, svolta social. E un nuovo simbolo 

Gilmozzi: «L’attuale immagine è associata a un modo di agire del passato». Oggi vertice di maggioranza con Rossi


di Chiara Bert


TRENTO. La «coalizione della responsabilità» contro un polo della demagogia. Mauro Gilmozzi sintetizza così il ruolo del centrosinistra autonomista in vista delle elezioni provinciali di ottobre, dove lo scenario è al momento tutt’altro che chiaro e i poli sembrano spuntare come funghi: il centrosinistra, il centrodestra (entrambi autonomisti), e poi i civici con Geremia Gios, e i 5 Stelle, con l’incognita di cosa farà il Patt di Ugo Rossi.

Atteso che il Pd scegliesse il suo nuovo segretario, e che l’Upt nominasse i suoi portavoce (Passamani e Fravezzi) oggi il governatore Ugo Rossi riunirà finalmente la sua maggioranza in versione completa (con Verdi e Socialisti), primo momento di confronto allargato (con segretari e consiglieri) dopo la batosta rimediata il 4 marzo, gli aut aut a mezzo stampa del presidente («O l’alleanza c’è o il Patt è pronto a cambiare schema») e la sua nuova strategia che ammicca al centrodestra dalla sicurezza al Gay Pride .

Ieri sera Gilmozzi - nella sua nuova veste di «esploratore» affidatagli due settimane fa dal partito - ha presentato al parlamentino Upt una bozza di percorso costituente (documento approvato e aperto a integrazioni dei territori), che prevede anche la disponibilità a «mettere in gioco il simbolo del partito» «perché l’attuale logo ed immagine è associato ad un modo di essere, di gestire e di agire del passato». Il partito prova così a uscire dall’angolo in cui il risultato delle politiche (il 2% di Civica Popolare) lo ha relegato e lo fa dandosi alcuni obiettivi. Tra i primi c’è quello di «coinvolgere i cittadini nelle scelte politiche»: «Dobbiamo dare loro un motivo per credere in queste scelte, per sentirsene effettivamente parte», spiega Gilmozzi, e per questo «è necessario passare dal leaderismo alla logica del gruppo, alla leadership diffusa in una prospettiva popolare e pluralista basata sulla responsabilità distribuita». Per un partito che ha vissuto per vent’anni all’ombra di una leadership, quella di Lorenzo Dellai, è già una svolta. L’Upt dovrà riaggiornare la propria forma organizzativa e - dice Gilmozzi - rinnovare l’immagine del partito, «disponibili a mettere in gioco un simbolo che per noi è stato importante». Per quanto riguarda il programma, siamo ancora ai titoli: ambiente come motore di sviluppo, lavoro, autonomia, qualità della vita e benessere della famiglia (dentro cui ci stanno la sicurezza e anche i servizi nelle valli), la pubblica amministrazione. «Dovremo difendere le scelte di questi anni, perché abbiamo fatto cose buone», rivendica l’assessore. Ma certo questo non basterà per vincere ad ottobre.

La fase costituente, avverte Gilmozzi, «non serve solo in vista delle provinciali ma in prospettiva, per costruire la nuova classe dirigente che guiderà il Trentino dei prossimi vent’anni». Sull’attuale leadership della Provincia vige invece la regola della prudenza: «Stiamo cercando di motivare le persone attorno ad alcune idee, figuriamoci se è il momento di concentrarsi sul candidato presidente. Non lo è né per dire sì a Rossi né per dire no. Partiamo dalle ragioni dello stare insieme». Il governatore, volente o nolente, dovrà rassegnarsi a restare ancora per un po’ a bagnomaria. Anche perché al momento figure alternative non si vedono all’orizzonte. Il dialogo con i civici va avanti, ma Francesco Valduga (che ne è il leader di fatto, e che non ha mai nascosto di guardare al centrosinistra) ancora non scioglie le riserve. In attesa di focalizzare programmi e leader, anche l’Upt punta molto su comunicazione e marketing: previsto un team di professionisti dedicati, con una persona dedicata agli strumenti online (blog, newsletter, Facebook, internet), un grafico, un fotografo, eventualmente un videomaker e studi di settore per capire la composizione dell’elettorato a cui rivolgersi con messaggi ad hoc.













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