Upt, i “mellariniani” non ci stanno: «Noi al tavolo col sindaco»

Conzatti: «I cambi di rotta non li decidono gruppo e parlamentari». Sani: «Il Cantiere è uscito dai ranghi»


di Chiara Bert


TRENTO. Dura di questi tempi fare il segretario dell’Upt, e del resto Tiziano Mellarini lo ha ammesso all’ultimo parlamentino, dove ha ventilato le sue dimissioni scagliandosi contro il «partito dei gruppetti». Quegli stessi gruppetti che si trova a dover gestire dentro l’Unione e che non accennano ad abbassare la voce. Due giorni fa il segretario ha incontrato l’ex governatore Lorenzo Dellai, suo avversario al congresso, e ha avviato un percorso di pacificazione nel nome dell’unità del partito. A Dellai ha concesso la legittimazione del Cantiere civico democratico a Trento e insieme al gruppo provinciale è stato concordato che al tavolo delle trattative con il sindaco Andreatta, per tentare di uscire dalla crisi del Comune, si sarebbero presentati lo stesso Mellarini e il capogruppo comunale Massimo Ducati, esponente del Cantiere ma anche membro della segreteria provinciale Upt.

Tutto chiarito? Magari. Ieri l’ala dura dei mellariani, letti i giornali, ha fatto un balzo sulla sedia ed è subito andata in pressing sul segretario. «Ho parlato con Mellarini e ho ricevuto segnali rassicuranti», spiega l’ex segretaria Donatella Conzatti. «Un conto è il piano personale, per cui bene ricucire, anche questo serve in un partito. Altro è il piano politico, e qui c’è una linea che ha vinto il congresso. Non possono esserci cambiamenti di rotta decretati in un incontro con i parlamentari e il gruppo consiliare. Abbiamo chiesto di convocare la segreteria e il coordinamento per relazionare sull’incontro». Quanto alle trattative in Comune, «Mellarini accompagnerà le due delegazioni, è una guida in più in una trattativa complicata, come potrebbe essere esclusa la delegazione Upt?».

Ancora più netto Roberto Sani, coordinatore organizzativo cittadino che all’ultimo vertice con il sindaco sostituiva il coordinatore Carlo Filippi: «La linea uscita dal congresso è molto chiara, è assurdo anche solo pensare che questa classe dirigente che rappresenta l’80% del partito possa essere messa all’angolo. Le decisioni spettano al partito che si chiama Upt, dopo le elezioni il Cantiere si è sentito autonomo e legittimato a uscire dai ranghi. Ma a livello cittadino il coordinatore eletto si chiama Carlo Filippi e andrà alle trattative insieme a Mellarini, semmai con l’aiuto di Ducati. Noi non vogliamo certo buttare gli amici del Cantiere nel cestino, ma va chiarito che non esistono rappresentanti indicati a caso, come Corrado Paolazzi (presente al vertice con Andreatta in rappresentanza del Cantiere, ndr). Ci sono organi legittimati da un congresso».

A sera Mellarini si ritrova, ancora una volta, a dover precisare: «Io non scarico nessuno, non è nel mio stile - dice riferendosi alle letture dei giornali di ieri sull’incontro con Dellai e la sconfessione delle richieste di Panetta e del coordinamento cittadino - il mio dovere di segretario è tenere unito il partito. Io ho un coordinatore cittadino, Filippi, mi confronterò con lui e chiederò anche a lui di partecipare ai tavoli con Andreatta». Su quale sarà la posizione della neo-delegazione, resta ancora nebbia fitta.

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