Università, il lavoro è sicuro dopo 5 anni 

AlmaLaurea: tasso di occupazione di chi studia a Trento più alto della media e arriva a superare il 90 per cento. Quasi tutti sono assorbiti dal privato 



TRENTO. Un tasso di occupazione, ad un anno dalla laurea, superiore alla media nazionale (il 74,9 contro il 71,1 per cento) che, a cinque anni dalla festa sale fino al 90,3. E pure con una retribuzione più alta. Sono questi i dati più evidenti del ventesimo «Rapporto sul profilo e sulla condizione occupazionale» presentato dal AlmaLaurea a Torino, che riguardano l’università di Trento. I laureati nel 2017 dell'Ateneo trentino coinvolti nel rapporto sono 3.520. Si tratta di 1.923 di primo livello, 1.227 magistrali biennali e 364 a ciclo unico; i restanti sono laureati dei corsi pre-riforma. Si tratta di una fotografia che permette di capire chi sono gli universitari che studiano in Trentino e come riescono a sfruttare il percorso formativo.

Laurea triennale. Il 70,4% dei laureati di primo livello, dopo il titolo, decide di proseguire il percorso formativo iscrivendosi ad un corso di secondo livello (marginale la quota di chi si iscrive ad un corso triennale). Dopo un anno il 69,4% risulta ancora iscritto. Fra quelli che hanno scelto di lavorare, ad un anno dalla laurea, il tasso di occupazione è del 74,9% e di questi quasi il 30 per cento prosegue il lavoro che faceva durante lo studio. Il 29,8% può contare su un lavoro a tempo indeterminato, mentre il 33,3% su un lavoro non standard, il 6 svolge un’attività autonoma (come libero professionista, lavoratore in proprio, imprenditore). Il lavoro part-time coinvolge il 22% degli occupati. La retribuzione è in media di 1.190 euro mensili netti.

Laurea magistrale. A un anno dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione è pari all’81,6 per cento e il 25,8% può contare su un contratto a tempo indeterminato. La retribuzione è in media di 1.221 euro mensili netti. A cinque anni di distanza dalla laurea magistrale, il tasso di occupati è pari al 90,3 per cento. Gli occupati assunti con contratto a tempo indeterminato sono il 54,7%, mentre gli occupati che svolgono un lavoro non standard sono il 22,0%. Svolge un lavoro autonomo il 14,6%. Il lavoro part-time coinvolge il 17,1% degli occupati. Le retribuzioni? 1.544 euro mensili.

I settori. Il 68,8% dei laureati è inserito nel settore privato, mentre il 21,1% nel pubblico. La restante quota lavora nel no-profit (9,2%). L’ambito dei servizi assorbe il 75,1%, mentre l’industria accoglie il 22,6% degli occupati. Marginale la quota di chi lavora nel settore dell’agricoltura. Fra i laureati che non lavorano e non cercano un lavoro, la maggior parte continua a studiare.

La soddisfazione. Per quanto riguarda il corso di laurea triennale, il 31,5% gli occupati considerano il titolo molto efficace o efficace per il lavoro che svolgono. Più nel dettaglio, il 29,1% dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite all’università. Dopo la magistrale, il 51,3% degli occupati ritiene la laurea conseguita molto efficace o efficace per il lavoro che sta svolgendo: il 42,8% dichiara di utilizzare in misura elevata, le competenze acquisite. (m.d.)













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