Una scuola “speciale” a Fierozzo: tutela la lingua mòchena

Alle elementari sono iscritti 36 alunni, suddivisi in 5 classi Per studiare la grammatica “autoprodotto” il libro di studio


di Roberto Gerola


FIEROZZO. Una scuola elementare un po’ speciale quella di Fierozzo. Speciale in quanto ha 36 alunni suddivisi in 5 classi. Ha un bacino d’utenza di 980 iscritti all’anagrafe nei tre Comuni mòcheni di Palù del Fersina, Fierozzo e Frassilongo, ma gli abitanti “doc” sono ancora meno e quelli che parlano mòcheno, meno ancora, anche se la lingua viene riscoperta dai giovani e non solo. La nuova scuola è stata aperta nel 1997 e l’anno scolastico successivo ha registrato per la prima volta, l’introduzione del tedesco veicolare a tutela della lingua mòchena. E’ stato considerato il principio “storico” che il mòcheno deriva dal tedesco e che se si vuole mantenere viva il mòcheno, occorre insegnare il tedesco. Il tutto, naturalmente, avviene nell’ambito della legge dello Stato (Regione e Provincia) che riconosce l’isola di minoranza etnica. Il che significa, tra l’altro, e oltre alla scuola speciale, anche la doppia lingua (italiano e mòcheno a scuola, in municipio, alla Comunità, in Regione, e sui documenti). Una situazione non facile.

Solo nel 2006 viene introdotto l’insegnamento del mòcheno: un’ora curricolare per la lingua e la cultura locale. Le insegnanti sono abilitate (con patentino). Per la verità sono 5, mentre altre sono “non abilitate”, ma ci sono di mezzo anche specifici corsi per imparare la lingua locale.

Una breve parentesi. Fino a qualche anno, il mòcheno era una lingua tramandata oralmente, in famiglia. E’ stato solo dopo un lungo periodo di studi che si è giunti a una grammatica e a scrivere il mòcheno, Non è stato semplice e non lo è nemmeno ora: tra i tre Comuni, spesso la grafia di una parola cambia cosi come cambia la pronuncia. E l’Istituto culturale mòcheno, in questo frangente ha avuto un ruolo importantissimo e determinante.

Ma non per la scuola, per taluni aspetti. Per esempio, ed è Cristiana Ploner (responsabile della scuola che dipende da Pergine 1) ad affermarlo. «Non abbiamo testi sui quali poter studiare a livello elementare». Ma la scuola non si è persa d’animo e si è fatto un libro dal titolo “As de ingern tritt”. Tutelare la cultura mòchena, fa capire ai giovani la ricchezza di questo patrimonio e ad esserne orgogliosi. E’ in italiano e in mòcheno e contiene una montagna di notizie. Da aggiungere che dalla terza, i bambini imparano anche l’inglese (con Sabrina). Toccare l’argomento libri vede la maestra Ploner parlare della collaborazione tra scuola e Comuni, tra scuola e popolazione, tra scuola e associazioni. «Non troviamo ostacoli - ci diceva - perché tutti collaborano. Sembra quasi che la scuola sia “in famiglia”: feste, iniziative, proposte ricreative vede scendere in campo pompieri, pro loco, alpini, Comune, famiglie. Possiamo quasi dire di essere coccolati e hanno tanta fiducia in noi». Le maestre sono oltre a Cristiana, anche Liliana, Teresa, Daniela. Elisa e Chiara. Poi altre due: Venera e Ines. Venera ha “combattuto” per arrivare a insegnare a Fierozzo. Un posto “lontano”, forse disagiato (per chi non conosce la realtà); si è innamorata del posto e adesso è lì. Poi c’è Ines (vicesindaco del vicino Comune di Palù). E’ all’ultimo anno di insegnamento: i primi 9 anni tra Trento, centro di lettura a Palù, Moena, Fierozzo, Montesover; 24 a Sant’Orsola e da 9 anni a Fierozzo. La scuola (maestre e scolari) è in mano a Patrizia, la giovane cuoca.

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