Una poesia d'amore lunga 80 anni

Ogni giorno Edi (95 anni) dedica una poesia alla moglie Fanny (94 anni)



ROVERETO. Una poesia d'amore lunga 80 anni. Sì, perché ogni giorno Edi dedica alla sua Fanny versetti di amore a testimoniare il bene che le vuole come fosse il primo giorno che si sono conosciuti su una spiaggia dell'Istria nel 1933. Lui, Edmondo Giacomelli di anni ne ha 95; lei, Fanny Lodi 94. Si sono sposati il 26 dicenbre 1940 e da allora assieme «con lo stesso amore di quel giorno di luglio di 79 anni fa quando per la prima volta ci siamo conosciuti e poi innamorati».

Erano ragazzini allora, ora si incamminano verso il traguardo dei cent'anni con una vitalità davvero invidiabile. Sono partiti da Pola per approdare a Rovereto. Dove ora abitano in via Pozzo e riescono ancora, nonostante l'età, a gestire la loro vita. Si abbracciano e si baciano («fare una cosa del genere ai nostri tempi sarebbe stato uno scandalo enorme») Edi e Fanny, si sorridono con tenerezza, perché «il nostro amore non è mai venuto meno anche nei momenti difficili».

Entrambi sono originari di Pola e lì sulla spiaggia, nel luglio del 1933, si sono conosciuti: lui 17 anni, lei 16. Poi a ottobre si sono ritrovati sui banchi di scuola alle magistrali, si sono rincorsi quando tornavano a casa dalle lezioni («ogni giorno la accompagnavo qualche metro di più fino ad arrivare sotto casa sua»), si sono nascosti alla vista del papà di lei ufficiale di marina («quando lo vedevo con il mantello in fondo alla strada cambiavo marciapiede per poi reincontrare un po' più avanti il mio Edi») per poi lasciarsi quando lui ha preso la strada di La Spezia per la scuola allievi ufficiali di fanteria: «Io le mandavo le cartoline e sotto il francobollo, perché i genitori non potessero vedere, le scrivevo "bacioni, ti voglio bene". Queste cose oggi fanno sorridere, ma era così...» racconta Edmondo.

Finalmente arriva il matrimonio: è il 26 dicembre 1940. Il viaggio di nozze a Roma e a soli due giorni dal ritorno, la partenza per il fronte in Croazia. Ma la guerra è brutta e cattiva: l'ufficiale cifra (la specializzazione di Giacomelli ndr) del Regio esercito nel marzo del 1943 a causa di un colpo di mortaio perde l'occhio destro. Quindi il ritorno a casa e poi la fuga «perché con i tedeschi io non volevo collaborare». La coppia di profughi arriva così a Barco di Levico (paese di origine del papà di lui): tempi duri, difficili ma lui non si perde d'animo e fa mille lavori per sopravvivere. Si fanno ben volere tanto che il paese caccia («con i forconi in mano») il vecchio e arcigno maestro affinché Edoardo prendesse il suo posto («ancora adesso faccio festa con i vecchi alunni»). Da Barco a Castione a Brentonico a Mori e quindi Rovereto dove Edo insegnerà fino al 1975.

Ed ora eccoli qua, i due protagonisti di una love-story d'altri tempi («se vedi Forum in tv dopo due mesi si separano già...»). A proposito, come si fa ad andare d'accordo per così tanti anni? «Cercare di fare quello che piace all'altro - interviene subito Fanny - Io nella mia stanza a cucire, lui nella sua al computer: ma quando lo chiamo per darmi una mano in cucina viene subito... E non pensi che mangiamo minestrina: se mia nipote arriva a casa alle 11 di sera con la pizza la mangiamo anche noi...» dice sorridendo. Sorride anche lui sfogliano i libroni in cui sono raccolte le poesie d'amore. Tutte per la sua Fanny.













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