«Una moschea per i nuovi trentini»

L'imam Breigheche, a Gardolo per la fine del ramadam, parla a 1.500 fedeli


Luca Pianesi


TRENTO. Si è concluso ieri, nella palestra di Gardolo, il periodo di ramadam per quasi 1.500 musulmani trentini. Un mese di digiuno che «è un periodo di riflessione - dichiara Aboulkeir Breigheche, Imam di Trento - che serve a superare le debolezze della carne e ad apprezzare pazienza e attesa. E con pazienza attendiamo di avere un luogo di culto degno di una comunità sempre più ampia e rispettosa del paese e della gente che la ospita. Noi ringraziamo il Comune per averci concesso l'utilizzo della palestra ma è un peccato, per una città come Trento, non riuscire a dare un luogo per pregare a quelli che sono, ormai, dei suoi cittadini».

E sull'argomento si è espresso anche il presidente del Consiglio provinciale, Bruno Dorigatti, invitato dalla comunità islamica trentina, all'evento: «Queste non sono solo braccia per il lavoro, sono uomini che chiedono dignità e rispetto, e molti di loro sono trentini a tutti gli effetti. Il primo diritto di ogni popolo è avere un luogo dove professare, liberamente, la propria fede. Purtroppo non ci sono novità concrete in merito alla costruzione della moschea. L'unica cosa che posso fare è portare la mia solidarietà e dichiarare apertamente il mio sostegno a un tale progetto».

L'imam di Trento ha regalato al presidente del Consiglio provinciale una statuetta raffigurante un cammello e una palma. «E' un dono simbolico», spiega Breigheche che aggiunge: «Il cammello rappresenta la pazienza e la perseveranza, la palma è il luogo dove la vergine Maria ha partorito ed è quindi un immagine di fecondità. Insieme vogliono essere di auspicio ad un mondo nuovo privo di scontri di popoli e civiltà, dove tutte le religioni possano convivere armonicamente. E il pensiero, quindi, non può non andare ai nostri fratelli in Libia e in Siria, che stanno combattendo per la loro libertà contro dittatori spietati e sanguinari. In Siria, in particolare, siamo arrivati, in poche settimane di protesta, a più di 2.300 morti e a oltre 20.000 feriti, con anche donne e bambini.

La situazione è drammatica e speriamo che l'Europa e tutti i paesi occidentali si accorgano e sostengano il popolo, contro Assad. L'Islam sta dando un grande esempio di lotta per la libertà e l'autodeterminazione dei popoli. E lo sta facendo in maniera pacifica. In Siria il popolo è inerme contro i carro armati e le bombe dell'esercito. In Libia la guerriglia s'è sviluppata perché il popolo ha dovuto reagire alle armi di Gheddafi. In Yemen ogni cittadino posside un arma, ma le proteste al governo di Saleh sono rimaste non violente».

Il senatore Divina passando per Gardolo al momento del termine della cerimonia ha commentato: «Sono rimasto sconcertato dal numero di stranieri in cui mi sono imbattuto, tutti mussulmani. Mi sono sentito più ospite che a casa mia».













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