Una folla a Mattarello per celebrare i primi 60 anni del Nucleo elicotteri 

La festa in pista. Tante le domande poste ai piloti sul loro lavoro e sui soccorsi (anche agli animali) fra i mezzi nuovi e quelli del passato Gosetti: «La nostra missione è quella di salvare le vite umane e a parte una percentuale di rischio, propria di ogni missione, oltre non si va»


Daniele Peretti


trento. «La nostra missione è quella di salvare le vite umane e a parte la percentuale di rischio propria di ogni missione, oltre non possiamo andare». Così Daniele Gosetti, responsabile del Nucleo elicotteri trentino che ieri era il padrone di casa per la giornata delle “porte aperte”. Giornata di curiosità e di domande per questo mondo che ci passa sopra la testa e che porta aiuto anche dove sarebbe impossibile farlo. Un mondo in evoluzione nel solco del soccorso e della sicurezza. «Sono ormai in fase di collaudo delle altre rotte sicure, in caso di meteo avverso, supportate dal gps, un gps -spiega ancora Gosettti – evoluto che ha come garanzia la precisione assoluta. Quelli in uso per le macchine o i cellulari, possono sbagliare anche di qualche decina di metri, mentre il nostro dev’essere preciso al massimo: in un canalone o nell’attraversare la Rocchetta la rotta dev’essere centrale».

È questo uno degli aspetti della realtà dell’elisoccorso trentino che quest’anno compie 60 anni d’attività e che conta su una flotta di 5 elicotteri: 3 per il soccorso e 2 riservati agli interventi della Protezione civile. In più sono occupati 16 piloti, 11 tecnici, 6 consiglieri di volo e 9 operatori di terra. Ieri numerosi visitatori hanno potuto vedere da vicino attrezzatura, mezzi, divise e tutto quanto serve per pianificare un soccorso, ma quello che ha interessato di più è stato il dialogo con i piloti. Quante volte si è guardato verso il cielo per osservare l’arrivo di un elicottero, ecco ieri è stato spiegato tutto quello che sta dietro a quei voli che spesso contribuiscono in modo fondamentale a salvare la vita delle persone. E se le nuvole arrivano durante il rientro? «Nessun azzardo – spiega ancora Daniele Gosetti – se si possono aggirare lo si fa, in caso contrario atterraggio laddove è possibile, richiedendo l’arrivo di un’ambulanza». E ancora, quanto cosa un intervento? «Il costo base si aggira sui 6 mila euro all’ora. Ma a questi sono da aggiungere le spese dello staff sanitario e del personale a terra». Come si diventa pilota di elisoccorso? «Ci vogliono molte ore di volo, capacità tecniche specifiche talmente tali che diventano quasi delle attitudini. Un conto è portare un passeggero da Trento a Verona in assoluta tranquillità. Tutt’altra cosa è fermarsi in un canalone per prendere a bordo una barella e trasportare una persona ferita nel più breve tempo possibile. Sono interventi che richiedono un altissimo livello di specializzazione».

Quella di ieri è stata una giornata aperta alle famiglie, molti i bambini che hanno potuto vedere da vicino gli elicotteri e poi sedersi ad un tavolo per colorare come meglio credevano il proprio velivolo. Molta attenzione anche ai filmati che proponevano gli interventi di soccorso più spettacolari e ogni punto dimostrativo aveva a fianco un operatore che spiegava nei minimi dettagli di cosa si trattava. Gli interventi non sono solo a favore delle persone, ma l’elisoccorso decolla anche per salvare animali – ed era esposta una sagoma di mucca con l’imbragatura - per trasportare benne piene d’acqua per intervenire negli incendi o per mettere in sicurezza persone in pericolo.

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