Un trentino nelle Frecce tricolori

Vigilio Gheser, 33 anni di Lavarone: «Un sogno che si avvera. A 650 chilometri all'ora»


Jacopo Tomasi


TRENTO. C'è un trentino tra gli acrobati del cielo. E' Vigilio Gheser, 33 anni di Lavarone, che da qualche mese è in addestramento, a Udine, con le Frecce Tricolori e da maggio del prossimo anno entrerà a far parte della formazione acrobatica composta da 10 piloti. Un ruolo di assoluto prestigio che Gheser, tenente dell'Aereonautica militare, ha conquistato dopo anni di studio e lavoro.

Tenente, voliamo nel passato. Quasi tutti i bambini sognano di fare i piloti. E' stato così anche per lei?
Sì, quando da ragazzino vedevo sfrecciare i Tornado nei cieli del Trentino ero curioso di capire le sensazioni che si provano lassù. La passione è nata da lì e col passare del tempo l'ho coltivata: sono riuscito ad entrare in Accademia e nel 2002 ho iniziato a volare prima alla scuola di Latina, poi a quella di Lecce.

Ora è riuscito a salire sulle Frecce Tricolori. Che emozione si prova?

E' certamente un sogno che si realizza, ma è anche un punto di partenza a livello professionale. Sono motivatissimo e consapevole che sto facendo un'esperienza fantastica, anche a livello umano. E' un orgoglio rappresentare l'Italia in cielo...

Diventare pilota delle Frecce non è da tutti. Quali sono i requisiti necessari?

Innanzitutto ci vogliono grande preparazione ed esperienza. In cifre, almeno 1.000 ore di volo alle spalle. Poi, bisogna avere la capacità di agire in modo imperativo sul velivolo in ogni circostanza.

L'addestramento in cosa consiste?

Nella fase invernale, ogni giorno, facciamo due allenamenti in volo per arrivare pronti alla prima esibizione dell'anno, a maggio.

Quante esibizioni fanno le Frecce ogni anno?

Una trentina. Ed è un orgoglio, ripeto, rappresentare l'Italia all'estero. Pensare che c'è un pilota italiano su un velivolo italiano, l'MB-339, che dimostrano la professionalità, l'abilità e le capacità del Paese e dell'Aereonautica.

Quando vi esibite c'è tempo per godersi il volo oppure la concentrazione è tutta dedicata alle acrobazie?

Ad essere sinceri non ci sono momenti di rilassamento mentre si è in volo, perché sono moltissime le cose a cui prestare attenzione. La soddisfazione, però, è enorme quando si atterra. Quando si ripensa alle manovre che si sono fatte in cielo e si ricordano, a quel punto, l'azzurro del cielo e le montagne sullo sfondo...

A che velocità andate?

Tra i 600 ed i 650 di chilometri orari. Quando siamo in volo, la formazione "respira". In alcuni momenti ci distanziamo l'uno dall'altro per permettere al solista di fare la sua esibizione, in altri siamo vicini e ci muoviamo all'unisono. In certe circostanza la distanza minima tra un velivolo e l'altro può anche essere di 1 metro, 1 metro e mezzo. E in quei casi l'attenzione e la concentrazione devono essere massime.

Lassù, mentre dipinge il tricolore, il Trentino resta nel cuore?

Certamente. Sono fiero di essere "montanaro" e di rappresentare l'essenzialità trentina.













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