Un ingegnere guida gli industriali trentini

Paolo Mazzalai all'unanimità scelto come presidente di Confindustria


Roberto Colletti


TRENTO. Gli imprenditori chiedono una Confindustria unita e autorevole. L’elezione di Ilaria Vescovi nel 2007 era andata in questa direzione. Ora gli industriali, con la designazione di Paolo Mazzalai chiedono anche sicurezza. Il futuro non è per nulla roseo e gli imprenditori chiedono una Confindustria unita, autorevole, capace di costruire alleanze per far fronte alla crisi ancora incombente. Nel 2007 l'elezione di Ilaria Vescovi era stata una scommessa, sopratutto interna. Oggi la designazione di Paolo Mazzalai è una richiesta di sicurezza, sottolineata dall'ampiezza del consenso sul suo nome. Il 17 giugno la conferma da parte dell'assemblea sarà una passeggiata, i problemi verranno dopo. Il consiglio direttivo degli industriali ieri sera non ha avuto esitazioni nell'approvare la candidatura del successore di Ilaria Vescovi che dopo quattro anni di mandato, il primo affidato in Trentino ad una donna, lascia il timone al suo vice presidente. Candidatura unica e sorretta da un diffuso consenso. E' da due mesi e più che i tre "saggi" del comitato di designazione - il past president Gianfranco Pedri, il decano Mariano Gianotti e Paolo Piffer - sono al lavoro per sondare umori e speranze degli oltre 800 associati di Palazzo Stella. Una ricognizione accurata fatta di incontri informali e di un'ottantina di colloqui personali al termine dei quali è risultato un sol nome da proporre al direttivo, accompagnato dal carico di problemi e di preoccupazioni per un'economia che, superato il momento peggiore della recessione, non ne vuole sapere di rimettersi a correre. Non è tempo né di divisioni, né di giochi di poltrone - è la sintesi di tutte queste "confessioni" - c'è bisogno di un presidente che continui l'azione di rafforzamento e svecchiamento iniziata dalla Vescovi per consolidare l'immagine ed il ruolo che Palazzo Stella si è costruito in questi anni. Non una presidenza fotocopia, ma che proceda nella direzione imboccata con tutta la personalità che il nuovo numero uno vorrà e saprà metterci. Un'indicazione chiara che spetterà a Mazzalai interpretare con la relazione che leggerà all'assemblea di metà giugno e con la scelta dei suoi tre vice presidenti (il quarto spetta alla sezione più rappresentativa, la metalmeccanica, rappresentata da Antonello Briosi). Non gli manca, del resto, l'esperienza. Un po' perché nel 2007 era il concorrente di Ilaria Vescovi (in realtà è stata la presidente uscente a presentarsi, a sorpresa, come sfidante della sua candidatura benedetta, era la voce, dall'apparato), poi perché digerito lo scotto ha saputo adeguarsi ad un costruttivo ruolo di vice ed infine perché per tre anni - il mandato scadrà a fine giugno - ha interpretato con autorevolezza e non sempre facile indipendenza la presidenza di Trentino Sviluppo. Un bel numero di titoli contro un sol "difetto" che gli veniva rimproverato: di non essere una "vero" industriale, con tanto di capannone e cantiere, bensì un ingegnere, per giunta professore (è docente universitario d'ingegneria) a capo di una società di progettazione e non di una "fabbrica". Pregiudizi superati dalla consapevolezza che non sono più il calcestruzzo ed i bulloni la vera produzione e tacitati dalla constatazione che anche una società di servizi industriali, come la sua Sws Engineering, è un'impresa aperta all'innovazione e con una forte dimensione internazionale. Così hanno smesso di consigliargli, perché diventasse "uno di loro", di comperare una fabbrichetta purchessia. Lui, che sa essere testardo, ha sempre preferito la progettazione di ponti e ferrovie in Italia e Turchia. Ed oggi, con il consenso degli associati ed il sostegno discreto della presidente uscente, si prepara a guidare Confindustria Trento ed i suoi problemi, crisi del settore edile anzitutto. Ilaria Vescovi ha ringraziato la "squadra" che in questi quattro anni ha rafforzato la presenza e l'autorevolezza di Palazzo Stella, ha consentito di rappresentare al meglio le imprese e ha saputo, pur tra molte difficoltà ancora insuperate, favorire la cultura dell'innovazione e dell'internazionalizzazione. Rimpianti? "Non ho alcuna perplessità sul mandato unico" ha precisato "mi sono impegnata con passione per quattro anni ed ora è giusto che passi il testimone. E' così che si favorisce il ricambio e ci si apre alle nuove idee. Confindustria, sotto questo aspetto, è d'esempio a tanti." Prospettive per il dopo 17 giugno? "Mi occuperò dell'azienda di famiglia. C'è molto da lavorare, non avrò tempo per altro." Per ora.

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