Truffa l’anziana, si pente e le dona la sua eredità 

Il caso in tribunale. Il 60enne è accusato di essersi fatto dare 4.300 euro raccontandole di essere in attesa di un figlio. Per l’accusa è reato, ma lui si è difeso: erano solo dei prestiti 



Trento. Aveva finto di avere un bambino in arrivo e, sotto Natale, aveva spiegato ad una quasi novantenne che la sua vita era tutta in salita. Parole che avevano fatto breccia nel cuore dell’anziana che si era convinta a sostenere economicamente la nuova famiglia che stava nascendo. E un po’ alla volta aveva dato all’uomo che le si era presentato con un nome diverso dal suo, 4.300 euro. Inutile dire che il neonato era un’invenzione come lo erano tutti i racconti dell’uomo. Che ora è finito a processo con l’accusa di circonvenzione di incapace o truffa. Ma in questa storia, così ricostruita dall’accusa, che ha il retro gusto amaro della tristezza, c’è un piccolo raggio di luce. Sì perché l’imputato - poco più che nullatenente - ha da poco ricevuto un’eredità inattesa. 5 mila euro che ha deciso di dare all’anziana da lui raggirata. Un cifra che copre ampiamente quanto, secondo l’accusa, lui le avrebbe portato via. Un “atto dovuto”? Forse sì, ma appare soprattutto come una decisione presa con il cuore, per riparare il danno che è stato accusato di aver fatto. Accusa che, è bene dirlo, lui rifiuta: quei soldi per lui erano un prestito, solo un prestito.

Ma facciamo un passo indietro per ricostruire quello che è successo. E bisogna tornare all’ottobre del 2018 quando l’uomo (un sessantenne) incrocia sulla sua strada l’anziana. È lui che inizia a parlare con la donna per stabilire un rapporto. Lei è una persona che vive ancora da sola. È indipendente e serena e accoglie in casa quest’uomo che a volte si presenta con una donna che viene definita la sua fidanzata. Con il passare del tempo (i fatti contestati vanno da ottobre a dicembre) l’uomo avrebbe fatto delle confidenze all’anziana spiegando di essere in attesa del primo figlio. Un passo importante anche dal punto di vista economico. E poi c’erano i gioielli dell’anziana che secondo l’accusa, l’uomo si sarebbe fatto consegnare con la scusa che era necessario intervenire con un’operazione di lucidatura per riportarli al loro splendore. Gioielli che - è l’accusa - mai sarebbero stati restituiti. Ma il danno economico più grasso sarebbe quello in moneta contante. Secondo gli accertamenti che sono stati fatti dai carabinieri su delega della procura, la donna avrebbe prelevato 4.300 euro dal suo conto corrente. Ma non in un colpo solo - cosa che avrebbe, magari, fatto scattare un segnale d’allarme - ma in dodici diversi momenti.

Secondo l’imputato si trattava di semplici prestiti, secondo l’accusa, dopo le indagini dei carabinieri, di un reato. Con la denuncia della donna in mano ci sono state le indagini che hanno portato alla denuncia del 60enne, difeso in questo procedimento da Giuliano Valer. 60enne che ora, grazie ad un’eredità assolutamente inaspettata, è pronto a risarcire l’anziana.













Scuola & Ricerca

In primo piano