Trento «vola» assieme a Bolzano

Ipotesi d’acquisto di quote dell’aeroporto altoatesino. Esultano gli albergatori: porterà i turisti nel nord della provincia


di Robert Tosin


TRENTO. Un pezzettino dell’aeroporto di Bolzano potrebbe diventare di proprietà trentina. Forse un 20%, ma i dettagli sono ancora tutti da mettere a punto. Per ora, parola del presidente Dellai, si aspetta di esaminare per bene il piano industriale per poi decidere una effettiva partecipazione economica. Sono due essenzialmente i motivi che spingono Trento a entrare in società per lo scalo di San Giacomo. Il primo è prettamente di tipo istituzionale: con Bolzano la collaborazione dovrebbe essere totale su più fronti, a maggior ragione sugli aspetti della mobilità; il secondo invece può essere strategico ed economico. Da tempo gli albergatori chiedono maggiore sinergia con Bolzano da questo punto di vista, con l’obiettivo di costituire un punto di riferimento importante a servizio del turismo del Trentino del nord.

«Certo che siamo soddisfatti di questa cosa - spiega il presidente degli albergatori, Luca Libardi - ne stiamo parlando da tempo e il tema è emerso anche nell’ultima assemblea dei soci. Bolzano potrebbe, anzi, dovrebbe lavorare in sinergia con Verona nello scenario degli scali point to point, cioè quelli che smistano il traffico locale. Abbiamo la certezza che adeguando l’aeroporto di San Giacomo alle esigenze dei voli charter da 200 o 300 posti il ritorno economico sarebbe molto buono. Non conosco esattamente le problematiche tecniche, ma da quanto mi dicono pare che l’allungamento della pista non sia un problema insormontabile, nemmeno dal punto di vista ambientale. Di contro avremo un punto di riferimento importante per portare qui molti turisti. Un’operazione simile in Sardegna ha portato in poco tempo al passaggio di un milione di passeggeri all’anno. Mattarello? Non avrebbe senso mettere mano a quello scalo: con Bolzano e Verona saremmo davvero a posto».

Il cruccio è sempre e solo quello economico, tanto più che pure l’esperienza veronese sta attraversando un periodo piuttosto difficile. Lo scalo veneto è in rosso, anche se registra un traffico di passeggeri in aumento. La vera zavorra, fino a quando non si deciderà che farne, è l’aeroporto di Montichiari. Anche l’aeroporto di Bolzano è in grossa difficoltà con un traffico passeggeri in calo del 22%. Senza contare poi la vicissitudine di Air Alps a un passo dal fallimento. Insomma, l’operazione va studiata bene e per questo Dellai mette le mani avanti e chiede prima un dettagliato piano industriale. Serve un ragionamento complessivo e strategico sulla gestione complessiva degli scali della zona. Sempre in attesa che lo Stato metta in piedi un piano serio per tutto il Nord Italia. «Trattandosi di un’infrastruttura importante, peraltro utilizzata spesso anche da fruitori trentini - - spiega il presidente Dellai - la particolare attenzione che stiamo riservando all’ipotesi di un nostro diretto coinvolgimento è supportata, oltre che da logiche di collaborazione istituzionale, anche da una visione d’insieme delle soluzioni logistiche che necessitano a territori piccoli ma al tempo stesso delicati come i nostri. Qualsiasi decisione definitiva è però subordinata all’esame del piano industriale che stiamo attendendo».

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