Trento Rise, stoppato il contratto nel mirino Ue

La Provincia sospende il pcp da 5 milioni sui servizi sociassistenziali e ordina una ricognizione su tutti gli appalti di questo tipo, in primis quello a Deloitte


di Chiara Bert


TRENTO. Suona come uno stop ai contratti precommerciali di Trento Rise, dopo i dubbi sollevati dalla Commissione europea, la delibera approvata lunedì scorso dalla giunta provinciale che detta «ulteriori direttive» al consorzio Ict dopo quelle emanate lo scorso luglio: ricognizione dettagliata dei contratti precommerciali (Pcp) attivati o in fase di attivazione, da svolgersi entro il 15 gennaio 2015 da parte di esperti, valutando i casi in cui sospenderli e scegliere un’altra procedura per selezionare il contraente; sospensione, in via prudenziale, della procedura avviata un anno fa, per lo sviluppo di una piattaforma Ict a supporto di un modello di integrazione di servizi socioassistenziali, un bando dal valore di 5 milioni di euro. Ma la giunta chiede anche di valutare attentamente quei Pcp per i quali risulti aperta un’indagine giudiziaria: è il caso del contratto pre-commerciale da 7,4 milioni di euro affidato da Trento Rise alla Deloitte.

I pre-commercial procurement (in sigla Pcp) possono essere descritti come un ibrido tra un finanziamento e una vera e propria gara d’appalto: uno strumento sostenuto con forza dalla Commissione Europea per incentivare la domanda pubblica di progetti innovativi basati su ricerca e sviluppo, con una condivisione dei rischi e benefici tra committente e aggiudicatario, dove il committente si rivolge al mercato per ottenere soluzioni alternative in risposta a un problema d’interesse pubblico.

Ma questo tipo di contratti è ora finito nel mirino di Bruxelles, che a inizio dicembre ha inviato una lettera alla Provincia, e ad altre regioni italiane, in cui vengono sollevate due tipi di perplessità. La prima obiezione riguarda l’attinenza di una piattaforma Ict come quella che vuole realizzare Trento Rise, con i servizi di ricerca e sviluppo che soli possono essere oggetto di procedure di pre-commercial procurement; la seconda rileva alcune violazioni ai principi di non discriminazione e parità di trattamento degli offerenti, là dove si richiede l’obbligo per i concorrenti di attivare un centro di ricerca localizzato all’interno o in prossimità della struttura di Trento Rise.

Con la delibera dello scorso luglio la giunta aveva sottratto a Trento Rise le attività nei settori della ricerca e della didattica, per evitare sovrapposizioni con l'operato dei suoi stessi soci (ateneo e Fbk), confinandone l’attività in un’unica direzione, quella dell'innovazione per creare nuove opportunità di business per il territorio. E aveva anche disposto la sospensione di alcuni contratti pre-commerciali negli ambiti dell’istruzione, turismo, sport, management territoriale, garantendo a Trento Rise di proseguire le iniziative già avviate o assegnate. Cinque mesi dopo, le richieste di Bruxelles costringono Piazza Dante a un’ulteriore frenata: la ricognizione chiesta a Trento Rise di tutti i Pcp (in totale 7, di cui 4 effettivamente attivati) dovrà valutare gli aspetti messi in discussione dalla Commissione europea, considerando se sia il caso o meno di sospendere questo tipo di procedura anche rispetto alle ricadute contrattuali della decisione. Per il momento, come scelta prudenziale, viene sospeso il Pcp sui servizi sociosanitari (nella prima fase il progetto era stato assegnato a 4 società, tra cui Deloitte tramime iCare).













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