DIETRO LE SBARRE

Trento, nel carcere di Spini assistenza sanitaria garantita tutto il giorno

L'annuncio dell'Azienda sanitaria. Si sta inoltre ratificando il Piano di prevenzione dei suicidi



TRENTO. Dal primo gennaio 2020, nel carcere di Trento, ci sarà una copertura 24 ore su 24 dell'assistenza sanitaria da parte di un medico sempre presente. Oltre a questo intervento, si sta ratificando il Piano locale della prevenzione dei suicidi e delle autolesioni, che verrà firmato alla fine di quest'anno, per consentire alle varie componenti di essere coinvolte negli interventi riabilitativi e di prevenzione e tutela nei confronti dei detenuti.

Lo ha comunicato il direttore sanitario dell'Apss, Claudio Dario, al termine dell'incontro in Commissariato del governo a Trento in cui si è discusso della situazione del carcere di Spini di Gardolo, anche per fare il punto a poco meno di un anno dalla rivolta scoppiata dopo la notizia, lanciata da un detenuto, della morte di Sabri El Adibi, trentaduenne di origini tunisine che si era suicidato. Per quella vicenda sono 81 i detenuti, la maggior parte di origini tunisine, ma ci sono anche marocchini, albanesi e italiani, per cui la Procura di Trento ha chiesto il rinvio a giudizio.

«C'è stato già un adeguamento dell'assistenza infermieristica e c'è anche un importante presidio psicologico e psichiatrico, soprattutto ai fini di una riabilitazione dei detenuti più critici che con la chiusura degli ospedali psichiatrici, qualche anno fa, ora sono presenti nelle nostre carceri. Il supporto è stato potenziato, è stato quadruplicato l'orario e verrà inserita una figura infermieristica per la riabilitazione e anche l'assistenza psicologica è stata ulteriormente potenziata», ha aggiunto Dario.

Attualmente l'Apss fornisce alla struttura di Spini cinque medici, più una responsabili del servizio carcerario ed un altro medico, che di giorno mantiene la continuità dei detenuti con patologie croniche o che hanno bisogno di assistenza. «Già oggi siamo alla presenza di medici per 13 ore al giorno sette giorni su sette e di infermieri dalle 7 alle 22 di ogni giorno. Per la parte psicologica, siamo a 72 ore a settimana e per quanto riguarda l'unità psichiatrica saremo a 20 ore tutti i giorni feriali più la reperibilità», ha precisato il direttore sanitario.

«È stata fatta un'analisi da parte dell'Azienda sanitaria per valutare se quella di Trento era in linea con le altre strutture a livello nazionale e non lo era, quindi è stata prevista un'organizzazione medica che la metta a livello delle altre. È chiaro poi che il problema è anche quello del personale, della polizia penitenziaria: abbiamo in corso un'interlocuzione con il ministro competente perché crediamo che servano i numeri per poter garantire il controllo della situazione all'interno del carcere. Sappiamo che sarebbe opportuno, perché ce lo hanno comunicato dal ministero, che si facessero dei concorsi su base regionale», ha dichiarato il governatore trentino, Maurizio Fugatti.













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