Il giudice ha accolto il reclamo presentato del Superstore Coop

Trento: insulti all'azienda su Facebook, il dipendente resta ancora a casa



TRENTO. Almeno per ora, Paolo Rossato non potrà tornare al lavoro. Il giudice, infatti, ha accolto il reclamo di Trentino Sviluppo e ha nuovamente sospeso il macellaio del Superstore Coop, accusato d'aver denigrato il supermarket su Facebook.
Rossato era stato licenziato il 10 marzo scorso, dopo che sul suo profilo del social network erano apparse pesanti frasi contro il Superstore. Il dipendente, però, si è sempre difeso sostenendo che quel profilo Facebook non era stato aperto da lui. Lo scorso febbraio il giudice Flaim aveva accolto la tesi, ritenendo ingiustificato il licenziamento e quindi lo aveva annullato. Trento Sviluppo, però, aveva presentato un reclamo, che ieri è stato accolto. Ieri, l'azienda ha commentato la decisione, attaccando Rossato che, in occasione del suo reintegro, aveva dato «ai giornalisti copia del provvedimento del giudice e chiedendo di darne la massima diffusione. Il provvedimento conteneva riportate frasi pacificamente diffamanti e false che erano apparse su un profilo Facebook a lui riferibile. Ciò ha causato un grave danno di immagine alla Trento Sviluppo. Ora il Tribunale di Trento ha accolto il reclamo di Trento sviluppo contro il provvedimento di primo grado ritenendo che vi fossero indizi gravi precisi e concordanti della responsabilità del Rossato, sia pure in sede di sommario accertamento, in ordine alla diffamazione e alla diffusione della notizia falsa sul profilo a lui direttamente attribuibile: o perché egli ne è l'autore o perché, a conoscenza del reale autore non ne ha voluto rivelare l'identità (il giudice peraltro mostra di credere alla prima delle due affermazioni). Naturalmente giova ricordare - conclude il comunicato -, per la cautela che dovrebbe contraddistinguere sia le parti contrapposte che chi intenda fare da cassa di risonanza di iniziative giudiziare, che si tratta di un provvedimento sommario, cui potrà seguire un giudizio di merito».













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