INDAGINE IN TRENTINO

Trento, falsi badanti cinesi regolarizzatiArrestata una banda di nove persone

Procuravano contratti per far ottenere la sanatoria ai clandestini, i finti datori di lavoro erano italiani. Il capo dell'organizzazione è un commerciante di Pergine



TRENTO. Utilizzando la sanatoria per la regolarizzazione delle badanti, dietro ingenti pagamenti procuravano contratti di lavoro fasulli volti ad ottenere il rilascio di permessi di soggiorno destinato a clandestini cinesi.

Questo, secondo la squadra mobile di Trento, lo stratagemma usato in Trentino da una banda di italiani e cinesi. Dopo sei mesi di indagini coordinate dalla Procura di Trento, è stata ultimata l'operazione, denominata 'Hei Gong' (lavoro nero) con l'arresto di nove persone.

Nel corso del blitz, cui hanno partecipato circa 40 agenti di polizia, sono state effettuate numerose perquisizioni in tutto il Trentino. Due persone sono state soggette a obbligo di firma.

Per tutti l'accusa è di concorso in favoreggiamento alla permanenza di soggetti clandestini e falso.

Secondo quanto accertato dalla polizia, la banda contattava datori di lavoro italiani i quali, per una somma che variava dai 2.000 ai 4.000 euro, predisponevano dei contratti per badanti fasulli. I cinesi clandestini, al loro volta, dovevano pagare dai 10.000 ai 15.000 euro per ottenere il contratto con il quale procedere alla pratica per la sanatoria.

Era di 30 mila euro al mese il giro d'affari della banda italo-cinese dedita alla fornitura di contratti fasulli da badante a donne cinesi clandestine, sgominata dalla squadra mobile di Trento.

Le indagini, condotte in collaborazione con l'Ufficio provinciale del lavoro di Trento, erano partite nel settembre scorso dopo che un cittadino trentino, contattato dall' organizzazione criminale, si era recato in questura per chiedere se quanto propostogli - una firma sul contratto per badante in cambio di una somma di denaro - fosse legale.

Da qui sono iniziati i controlli della polizia condotti con pedinamenti ed intercettazioni telefoniche, rese difficili dal fatto che i cinesi controllati parlavano diversi dialetti.

Attività  che hanno portato all'individuazione della banda, formata da quattro persone (un italiano e tre donne cinesi) e capitanata - secondo gli inquirenti - da un commerciante trentino, Paolo Zanolli, di 57 anni, proprietario di un negozio di articoli militari a Pergine Valsugana.

In tutto gli inquirenti hanno scoperto una decina di donne cinesi per le quali erano stati confezionati contratti regolari dal punto di vista formale ma fasulli, in quanto le donne, irregolari in Italia, mai erano state impiegate come badanti dai finti e compiacenti datori di lavoro.

Per le donne irregolari ora saranno attivate le pratiche per l' espulsione. Per i cinque trentini falsi datori di lavoro la Procura di Trento ha disposto gli arresti domiciliari, altre due persone, un trentino e una donna russa, sono stati sottoposti all'obbligo di firma.

Dall'entrata in vigore della sanatoria per le badanti dell'agosto 2009, in Trentino sono state presentate 1.168 domande e 956 sono state quelle accettate.













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