Trento: e ora i provinciali devono pedalare

Saranno acquistate 32 bici elettriche per i dipendenti di piazza Dante


Robert Tosin


TRENTO. Tempi duri per i dipendenti provinciali: blocco del turn over, contratto congelato, indennità di vacanza ridotto all'osso. E ora ci si mette anche l'imperativo: pedalate! E non si tratta di un modo di dire. Per loro stanno infatti arrivando 32 bici elettriche che dovranno sperimentare prima di ampliare l'iniziativa al resto della città.
L'idea sta circolando da un anno, ma sembra che ora si faccia sul serio con il bando di gara del valore di 204 mila euro per l'acquisto di tutti gli strumenti necessari per avviare il progetto in modo concreto. Il servizio per il momento è riservato appunto ai dipendenti provinciali e saranno loro le "cavie" per la verifica dell'utilità e della fattibilità di una mobilità alternativa.
Ed ecco quindi la lista della spesa fatta dal dirigente generale per poter procedere al bando. Dunque, servono 32 biciclette a pedalata assistita (quelle elettriche, semplificando), tre stazioni a ricarica solare che saranno posizionate nella sede di piazza Dante (2) e in via Gilli, altro polo sovraffollato di uffici provinciali. Queste stazioni saranno in grado di alimentare, anzi, ricaricare anche auto e moto. E dovranno ospitare almeno 8 biciclette, gestendo attraverso un software il noleggio o comunque il prelievo dei mezzi. Sono poi previste due colonnine di ricarica: una dovrebbe essere posizionato in piazza Fiera e l'altra in via Tener, nella parte nord della città. Lo stock completo dovrebbe costare 204 mila euro.
In effetti i dipendenti provinciali potrebbero essere un buon test per verificare punti deboli e vantaggi del sistema di collegamenti in centro città. I contatti tra il polo provinciale a nord e quello di piazza Dante sono frequentissimi e gli spostamenti sono conseguenti al bisogno di comunicazione fra i tanti uffici. Se buona parte del lavoro si fa per via telematica o telefonica, i contatti "diretti" non sono certo rari e questo appesantisce il traffico interno. L'uso di mezzi alternativi e non inquinanti potrebbe essere una soluzione. Se l'esperimento portasse vantaggi si potrebbe più razionalmente espanderlo a tutta la città, ai cittadini e ai turisti.

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