Trento: danno sessuale da infortunio sul lavoro, moglie risarcita

Sentenza della Cassazione a favore della famiglia di un dipendente della Telecom che si era infortunato sul lavoro con ripercussioni sulla sfera sessuale



TRENTO. Se un infortunio sul lavoro ha effetti tali da sconvolgere le abitudini di vita dell'intera famiglia (e da annullare, nel caso specifico, la vita sessuale della coppia), i figli e i coniugi hanno diritto a vedersi riconosciuto il risarcimento dei danni non patrimoniali.

Lo ha stabilito, con una sentenza che farà certamente discutere e che aprirà la strada e nuovi casi, la corte di Cassazione. Il caso dal quale i supremi giudici sono partiti è quello di un uomo trentino, dipendente della Telecom.

L'uomo fu vittima di un infortunio sul lavoro che gli causò un'invalidità all'80 per cento che ha avuto anche ripercussioni sulla sfera sessuale. Ci sono state cause e appelli alla fine la questione è arrivata la sentenza della terza sezione civile della Corte di Cassazione.

Si tratta di una sentenza importante se si considera che il risarcimento del danno, prima degli anni Ottanta, andava esclusivamente a reintegrare un danno di carattere patrimoniale. Si trattava cioè di un puro indennizzo con beneficiario l'infortunato. Solo in seguito si arrivò a riconoscere il cosiddetto danno morale il cui destinatario è sempre l'infortunato anche se si tiene conto delle limitazioni provocate dall'infortunio sua vita di relazione e ad aspetti extralavorativi, quali l'attività sportiva, gli impegni artistici e culturali, i rapporti sentimentali e così via.

La novità introdotta da questa sentenza introduce un elemento importante perché dice che hanno diritto al risarcimento anche coloro che sono in diretta relazione con l'infortunato.

Il caso concreto esaminato dalla Corte, infatti, aveva determinato uno vero e proprio sconvolgimento delle abitudini di vita dell'intera famiglia della vittima, tra l'altro causando all'infortunato un grave danno alla sfera sessuale e quindi riflettendosi ai rapporti coniugali. Per questo la Cassazione ha confermato una condanna ad un risarcimento danni di complessivi 120.000 euro (per danni non patrimoniali) in favore della moglie e di due figlie del lavoratore

La somma ottenuta come risarcimento sarà quindi divisa tra i familiari dell'uomo e in particolare 60mila euro saranno assegnati alla moglie mentre le due figlie avranno 30 mila euro ognuna. Questo - ribadisce la Corte - perché le conseguenze dell'infortunio hanno sconvolto le abitudini di vita di tutti e causato la privazione di rapporti sessuali tra i coniugi. (m.d.)

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