Tragedia dell'Airbus, quei tre minuti di terrore

Dalle scatole nere nuove rivelazioni sugli ultimi attimi del tragico volo nel quale persero la vita tre trentini



TRENTO. L'Airbus di Air France in volo da Rio de Janerio a Parigi - nel quale hanno perso la vita, tra gli altri, anche i trentini Rino Zandonai, Luigi zortea e Giovan Battista Lenzi - è precipitato per 3 minuti e 30 secondi prima di inabissarsi nell'Oceano Atlantico il primo giugno 2009, causando la morte di 228 persone. E' quanto ha reso noto ieri l'Ufficio di indagine e di inchiesta per gli incidenti aerei (Bea), rendendo pubblici i primi dati emersi dall'analisi delle scatole nere del velivolo. Per più di un minuto, ha riferito ancora il Bea, due velocità diverse sono state indicate dagli strumenti di bordo nel giro di poco meno di un minuto. Uno di questi dati indica un crollo netto della velocità. Secondo quanto scrive il Bea in una nota, pubblicata sul suo sito internet, l'equipaggio era stato avvertito ad un certo punto da uno dei piloti che il velivolo stava entrando in una zona di forte turbolenza. E' stato circa 8 minuti prima della fine della registrazione da parte delle scatole nere. I piloti avrebbero quindi constatato il malfunzionamento di certi strumenti, in particolare dei dati della velocità, perdendo il controllo del velivolo. Poco prima che l'aereo sprofondasse nell'oceano, circa 2 minuti e 30 secondi prima della fine della registrazione, uno di loro ha detto: "nessuna delle indicazioni che abbiamo è valida". Dati diversi legati alla velocità sono stati indicati dagli strumenti per poco meno di un minuto. Un crollo della velocità molto elevato è stato registrato. I risultati dell'indagine hanno indicato fino ad ora la presenza di un solo guasto prima dello schianto, quello ai sensori di velocità Pitot, che però, secondo il Bea, non dovrebbe essere il solo elemento all'origine del dramma. Secondo quanto scrive il quotidiano «Liberation», i piloti e l'equipaggio di bordo non avevano la preparazione necessaria ad affrontare la serie di guasti all'origine dell'incidente. Il giornale si è procurato una nota giudiziaria del 20 marzo 2011, servita ad incriminare Airbus e Air France di "omicidio colposo". Nella nota, riprodotta sulle pagine del quotidiano, si legge che all'epoca dell'incidente, il primo giugno 2009, "l'equipaggio non era preparato a affrontare" i guasti legati al malfunzionamento dei sensori di velocità. Il problema di fondo, si legge ancora, era la mancanza di "informazione" e di "allenamento" dell'equipaggio.













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