Sanità

Tione, «maternità» è l’ora della verità

Domani l’assessore alla salute Borgonovo Re visiterà il reparto che voci sempre più insistenti danno vicino alla chiusura


Ettore Zini


TIONE.Maternità in pericolo? I dubbi se mantenere o no in piedi il punto nascite di Tione non sono di oggi. A gennaio con la polemica avviata dal dottor Arne Luehwink primario del reparto di maternità e ostetricia dell’ospedale di Arco sulla precarietà dei punti nascita periferici, sembrava che per i “piani alti” del nosocomio tionese fosse arrivato il momento di fare le valigie. Il numero di parti fermo sotto la soglia dei 200 all’anno era un campanello d’allarme che non dava adito a molte speranze.

Secondo i parametri della Sanità italiana, infatti, per il mantenimento di una struttura di maternità 1.000 nascite sono la soglia minima. In Trentino quella soglia è stata dimezzata ma, da 500 parti a 178 (è il numero di nascite registrato a Tione nel 2013) ce ne corre. Ed ecco perché le avvisaglie per una rapida chiusura del reparto si fanno sempre più chiare. Proprio come in questi giorni, in previsione dell’arrivo a Tione dell’assessore alla sanità Donata Borgonovo Re che sarà nella sede della Comunità di Valle proprio domani.

L’appuntamento è stato fissato per le 18. In programma c’è un Consiglio della Salute, allargato ai sindaci e l’invito è stato rivolto a tutti trentanove primi cittadini della zona. Anzi, in una postilla si specifica che qualora il sindaco non potesse intervenire è pregato di farsi sostituire da un suo rappresentante. Segno che le comunicazioni, o il tenore dell’incontro, devono essere molto importanti.

E’ partendo da questa considerazione, unita al tam-tam che da giorni si fa sempre più insistente all’interno della struttura ospedaliera, che si stanno moltiplicando le voci di una possibile chiusura del punto nascite. «Noi non ne sappiamo assolutamente niente», dice la presidente della Comunità di Valle Patrizia Ballardini che aggiunge: «Notizie inconsistenti, di cui i vertici della Comunità non sono informati. Assolutamente inverosimili, in quanto c’era stato garantito che ci sarebbero stati due anni di tempo per fare tutte le valutazioni del caso. E poi una decisione del genere deve essere eventualmente concordata con la Comunità giudicariese. Il nostro ospedale è il più lontano da Trento. Eventualmente questa è l’ultima struttura che deve chiudere».

Patrizia Ballardini è categorica: se del caso, qualsiasi scelta deve essere decisa dopo aver preventivamente sentito la periferia. Per questo, a suo avviso, è alquanto improbabile che l’assessore si prenda una responsabilità di questo genere. La stessa Borgonovo Re, da noi interpellata, non si sbilancia. Voci. Supposizioni. Che nulla hanno a che fare con la realtà. «E poi – dice la responsabile della sanità trentina – eventualmente queste sono comunicazioni che si fanno al momento opportuno, e nei luoghi opportuni».

Quindi, allarme rientrato? Nessuna chiusura in vista? Le mamme giudicariesi possono dormire sonni tranquilli? Stando a quanto si dice all’interno dell’ospedale sembrerebbe proprio di no. Per molti, però – anche medici in forza nel nosocomio – il destino del punto nascite è segnato. L’ipotesi accreditata è che si propenda per un più puntuale servizio di ostetricia sul territorio. Domani sera se ne dovrebbe sapere di più.













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