l'indagine

Terrorismo: la cellula jihadista stava pianificando attentati

I tre arrestati in Inghliterra nell'ambito dell'inchiesta meranese del Ros dei carabinieri stavano preparando atti terroristici in Europa



TRENTO. Temono di essere rispediti nei loro Paesi, dove verrebbero perseguitati, e invocano l’articolo due (diritto alla vita) e l’articolo 3 (quello contro la tortura) della Convenzione europea dei diritti umani. Con queste ragioni - riportano ora la Bbc e il Guardian - per mezzo dei loro legali si sono opposti all’estradizione tre dei quattro arrestati nel Regno Unito nell’ambito del mandato internazionale richiesto dalle autorità italiane che indagano sulla presunta cellula jihadista con base fra Merano e Bolzano. Per il quarto, invece, è diventato nullo il mandato di cattura europeo e non si potrà procedere per insufficienza di prove.

L’accusa per i tre sui quali pende ancora l’estradizione è forte: i curdi iracheni Bakr Hamad, 38 anni, Zana Rahim, 32, e Awat Hamasalih, 33 anni, tutti e tre residenti nel centro e nel nord dell’Inghilterra, avrebbero avuto un ruolo in Rawti Shax, l’organizzazione che si pensa faccia capo al Mullah Krekar, arrestato in Norvegia nel 2012, e che è al centro delle indagini anche in Italia. Il blitz internazionale, che oltre a Italia e Regno Unito aveva coinvolto anche altri Paesi, era partito la settimana scorsa proprio dall’operazione italiana «Jweb», portata a termine dai carabinieri del Ros, con le autorità giudiziarie e di polizia di Gran Bretagna, Norvegia e Finlandia coordinate da Eurojust.

E anche nella serata di venerdì, come riportano la Bbc e la rete televisiva privata Itv, durante l’udienza a Londra è stata ripetuta l’accusa principale all’organizzazione: si ritiene infatti che stesse pianificando, soprattutto grazie al sottobosco di Internet, atti criminali in diversi Paesi d’Europa, attentati e persino il rapimento di diplomatici, britannici e non solo, forse addirittura un ambasciatore, nel continente.

Con un obiettivo di lungo termine assai chiaro, secondo le accuse: grazie all’arruolamento in Rete di volontari per la Siria e per l’Iraq, arrivare un domani a rovesciare le autorità nel Kurdistan e instaurare un califfato sul fronte siro-iracheno, parallelo se non alleato ai terroristi dell’Isis, quindi del sedicente «Stato islamico». 

Ora, appunto, nel Regno Unito, l’opposizione all’estradizione, sulla quale il tribunale dovrà pronunciarsi forse già la prossima settimana. Le autorità italiane sono rappresentate alla Westminster Magistrates’ Court, dove si deciderà sulla procedura, dal procuratore Daniel Sternberg













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