Tentata truffa, geometra patteggia

Inchiesta sui contributi per le ristrutturazioni, all’ex dipendente del Comune di Lardaro 2 anni e 2 mesi di reclusione



TRENTO. Ha depositato istanza di patteggiamento a due ai e due mesi di reclusione l’ex geometra comunale di Lardaro Fabio Paisoli. L’ex funzionario comunale, che nel frattempo si è dimesso, era accusato dal pubblico ministero Maria Colpani di reati gravi come la tentata truffa ai danni dell’ente pubblico, abuso d’ufficio e falso in atto pubblico. Contro di lui una trentina di capi di imputazione relativi a una dozzina di pratiche di domande di contributo alla Provincia per le ristrutturazioni immobiliari. Il geometra, con l’assistenza del suo avvocato Alberto Cunaccia, ha deciso di patteggiare anche la pena accessoria della sospensione dalla professione.

L’inchiesta è stata svolta dal corpo di polizia locale della valle del Chiese. Tutto è iniziato con una segnalazione partita dalla Provincia, nel 2011. La segnalazione riguarva una domanda di contributo partita da Lardaro. Secondo quanto emerso, si trattava di una pratica anomala. Così gli agenti della polizia locale hanno controllato tutte le pratiche seguite da Paisoli negli ultimi mesi. Sono emerse molte irregolarità. Secondo l’accusa, il geometra, che era dipendente partime del Comune, avrebbe seguito privatamente alcune pratiche e le poi le avrebbe fatte firmare da un collega, Gianbattista Galizi che ha a sua volta presentato istanza di patteggiamento a 10 mesi di reclusione. Secondo l’accusa, il geometra avrebbe accettato pratiche di cittadini residenti nel comune in cui lavorava. Da qui l’accusa di abuso d’ufficio.

Ma le accuse non finiscono qui. Secondo l’accusa, Paisoli avrebbe anche falsificato le firme dei cittadini e avrebbe anche modificato i progetti di ristrutturazione. Per questo la Procura ipotizza l’accusa di falso in atto pubblico. Infine la Procura ipotizza l’accusa di tentata truffa a ente pubblico perché il geometra avrebbe presentato a Cassa del Trentino delle domande di contributo modificate e alterate. Questo perché le pratiche non avrebbero avuto tutti i requisiti richiesti dalla Provincia. Secondo la difesa sostenuta dall’avvocato Cunaccia, Paisoli non avrebbe guadagnato nulla da queste modifiche.

Semplicemente voleva evitare brutte figure con i clienti. Infatti, in quel periodo la Provincia aveva lanciato una seconda tranche di contributi per la ristrutturazione degli immobili. A differenza della prima tranche, però, venivano richiesti una serie di requisiti che rendevano le pratiche più complesse. In quel periodo, quindi, le pratiche si sommavano sul tavolo del geometra. Però non riusciva a evadere tutto il lavoro in tempo. Così, per non far perdere il contributo pubblico ai suoi clienti, il geometra avrebbe modificato, postadatandole, le domande di contributo. I funzionari di Cassa del Trentino e della Provincia, però, hanno subito notato che qualcosa non andava e hanno inviato la segnalazione alla polizia locale. Gli agenti hanno controllato decine di pratiche e poi hanno chiuso le indagini. Il 5 marzo il patteggiamento sarà ratificato.

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