RISTORAZIONE

Tasse, lascia il gestore della Ca’ Rossa

Nell’Alto Garda un’altra vittima della pressione fiscale e della crisi: «Purtroppo dobbiamo licenziare otto persone»


di Matteo Cassol


ARCO. Un altro gestore di locale pubblico nell'Alto Garda dice basta anche e soprattutto per tasse: dopo cinque anni e mezzo Giuseppe Flora, in affitto d'azienda assieme alla propria famiglia al ristorante Cà Rossa di Linfano di Arco, appende il cappello da chef al chiodo e rinuncia all'attività. La chiusura dei battenti è prevista a fine mese.

«I costi e le tasse sono fissi ed eccessivamente alti - spiega Flora - e il giro d'affari a causa della crisi e delle abitudini è nettamente diminuito, quindi ormai nella ristorazione i margini di guadagno sono ridotti all'osso. Acqua, luce e gas non diminuiscono, anzi, e a pesare in particolare nel nostro contesto sono le tasse sui rifiuti: noi dobbiamo pagare 18 euro al metro quadro, compresi bagni, cucina e magazzini (non soltanto la sala), per un totale di diversi migliaia di euro, soldi con cui potremmo addirittura rifare la pavimentazione ogni anno, invece non ci rimane in tasca nulla, non possiamo rinnovare né manutentare adeguatamente il locale il locale e come effetto collaterale per la collettività non possiamo dare lavoro a qualche artigiano. L'unico dato positivo è che usciremo senza un centesimo di debiti».

Giuseppe e la moglie, a sua volta impegnata nel locale, hanno quattro figli, di cui tre danno una mano nel ristorante, assieme a 7-8 dipendenti: «Ci dispiace - sottolinea Flora - perché i nostri collaboratori, che ci accompagnano dall'inizio, rimarranno tutti a casa, ma almeno loro avranno la disoccupazione, mentre a noi non spetterà, così come non mi spetterà l'assegno familiare in quanto lavoratore autonomo. Ho fatto 25 anni come dipendente, poi 10 anni da gestore, e bisognerebbe capire che siamo tutti sulla stessa barca e che molte leggi come sono pensate e scritte oggi sono assurde».

Adesso per la famiglia, che risiede a Pietramurata, ci sarà una pausa di riflessione, mentre il Cà Rossa dovrà attendere una nuova gestione: «Ci abbiamo messo l'anima e quindi ovviamente siamo dispiaciuti. Ma pur essendo in un locale che lavora molto e pur lavorando ogni giorno 14-15 ore al giorno arriviamo appena a fine mese. In questo, oltre alla necessità di pagare l'affitto che è per forza un limite, pesa molto la tassazione: quella riguardo ai rifiuti almeno dovrebbe essere parametrata ai coperti. Negli ultimi due anni, in particolare nell'ultimo anno, i clienti dal lunedì al venerdì (e quindi le entrate) sono diminuiti moltissimo, mentre i costi e le tasse sono rimasti gli stessi o sono cresciuti. Così - conclude Flora - non possiamo più farcela. Non ne vale la pena, fintanto che le uscite non saranno almeno proporzionate alle entrate».













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